In un mondo sempre più green, le novità sono all’ordine del giorno. Ecco 5 particolari innovazioni sostenibili che puntano a cambiare le nostre abitudini di produzione e consumo
Ormai non esiste azienda al mondo che non abbia (almeno) provato ad avvicinarsi al mondo della sostenibilità. La svolta green non è più un’alternativa, ma un imperativo categorico su cui è fondamentale investire tempo e denaro, perché può portare ad un vantaggio economico per l’impresa e, ovviamente, fa bene al pianeta. Ecco perché negli ultimi anni sono state numerosissime le innovazioni sostenibili pensate per dare una svolta più etica non solo alla produzione, ma anche alle abitudini consumistiche del grande pubblico.
Ma cosa vuol dire dare una svolta etica? Significa semplicemente fornire un’alternativa valida e performante a prodotti e servizi che fino ad ora usavamo abitualmente, proponendo dei sostituti green e a basso impatto ambientale.
Vediamo insieme quali sono state alcune innovazioni sostenibili che negli ultimi anni si sono affacciate sul mercato mondiale, dimostrando che cambiare le nostre abitudini è possibile e per niente difficile.
Le alternative alla carne
Prodotta senza macellazione ma identica alla carne per colore e consistenza, la “fake meat” è stata ideata per cambiare le nostre abitudini, puntando su un’alimentazione non carnivora. Infatti, questa “carne-non-carne” è composta da ingredienti vegetali al 100%. A trainare il settore fino a ora sono stati i colossi americani come Impossible Foods e Beyond Meat. Perfino McDonald’s, Burger King e KFC hanno deciso di includere nei loro menu i burger e il pollo vegetale delle due case produttrici. In Italia il Beyond burger si può mangiare nella catena WellDone o acquistare online e presso alcuni punti vendita specializzati.
Le innovazioni sostenibili nel settore dell’abbigliamento
Il settore moda e abbigliamento è uno dei settori più inquinanti al mondo, e ha un impatto ambientale e sociale che ha fatto molto discutere. Le aziende sono corse ai ripari, cercando di diventare sempre più etiche sia per quanto riguarda la sostenibilità ambientale che le condizioni di lavoro dei propri dipendenti.
Parlando di sostenibilità ambientale, uno dei cambiamenti più importanti riguarda l’utilizzo di fibre sostenibili. Rientrano nella definizione “sostenibili” tutte quelle fibre con un impatto ambientale minimo, come le fibre naturali biologiche (come canapa, cotone bio, lana bio, lino, seta non violenta…) provenienti da coltivazioni e allevamenti responsabili. Ancora, sono state introdotte sul mercato fibre sostenibili realizzate riciclando materiali di scarto di vario genere. Citiamo, ad esempio, Orange Fiber, un filato proveniente dagli scarti degli agrumi. Nel processo di produzione si parte da ciò che rimane delle arance utilizzate per produrre succhi e profumi per ambienti, da qui viene estratta la cellulosa che viene trasformata in filo per creare abiti. Abbiamo, poi, fibre derivate da bottiglie di plastica riciclate, l’Econyl (proveniente da rifiuti di nylon, come le reti da pesca in disuso, il Corn Fiber (materiale ecologico ottenuto dallo zucchero del mais) e il Craybon (realizzato con il chitosano estratto dagli scarti dei gamberi e mescolato ad altre fibre).
Le costruzioni che assorbono CO2
Anche per quanto riguarda il settore edilizio ci sono novità interessanti che strizzano l’occhio alle nuove tendenze sostenibili. Infatti, sono stati introdotti sul mercato materiali edili sostenibili capaci di assorbire le emissioni di CO2. L’azienda britannica Novacem, ad esempio, ha lanciato un particolare tipo di cemento in grado di assorbire la CO2 dall’atmosfera. Il processo di assorbimento dell’anidride carbonica avviene durante la fase di indurimento e compensa in tal modo le emissioni della fase di produzione. Tale fase di produzione, inoltre, richiede meno energia che per il cemento tradizionale perché, grazie alla presenza di ossido di magnesio e speciali additivi minerali, avviene a temperature più basse.
Ancora, a Chicago gli architetti Danny Mui e Benjamin Sahagun hanno pensato a un’originale alternativa per ridurre le emissioni di CO2, trasformando l’edificio Congress Gateway Towers. L’impianto collocato sulla copertura delle due torri cattura l’anidride carbonica e i gas nocivi presenti nell’atmosfera. Queste sostanze vengono trasferite al sistema di filtraggio dove, grazie alla coltivazione intensiva di una particolare tipologia di alghe, l’aria inquinata viene trattata e purificata delle sostanze nocive per essere poi convertita in biocarburante.
La plastica fatta di CO2
La plastica del futuro è eco e realizzata con CO2. Un nuovo modo per fare la plastica che abbatte l’uso del petrolio, ma utilizza anidride carbonica e vegetali non commestibili come gli scarti dell’agricoltura. Molti prodotti in plastica oggi sono, infatti, costituiti da un polimero chiamato polietilene tereftalato (Pet), che è fatto di acido tereftalico e glicole etilenico, derivanti da gas naturale e petrolio raffinato.
L’alternativa, dopo molti anni di ricerche, è arrivata con un nuovo tipo di bio-plastica. Questa nuova plastica biodegradabile viene prodotta utilizzando l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera e producendo energia senza l’utilizzo di fonti fossili. Le altre materie prime utilizzate nel processo sono quelle definite di seconda e terza generazione, ovvero la melassa di barbabietola e canna da zucchero, gli scarti di frutta e patate.
I cosmetici biologici, vegan e cruelty free
Anche il settore cosmetico si affaccia al mondo green, con innovazioni sostenibili che stanno pian piano cambiando il volto della cosmesi mondiale. Iniziamo con un trend molto interessante a livello globale, ovvero l’introduzione di prodotti biologici e naturali, che non contengono sostanze dannose o aggressive ma solo ingredienti quanto più possibili naturali e biocompatibili.
Negli ultimi anni, poi, abbiamo assistito anche alla nascita di numerose linee cosmetiche vagane e/o cruelty free. È importante ricordare che i due termini non sono sinonimi tra loro, in quanto il primo si riferisce agli ingredienti utilizzati, mentre il secondo fa riferimento alla pratica di effettuare test sugli animali. Insomma, un prodotto cruelty free non è testato sugli animali, ma potrebbe non essere vegano. Allo stesso modo, un prodotto vegano non contiene ingredienti di origine animale, ma potrebbe essere stato testato sugli animali.
Parlando di test sugli animali, è bene fare chiarezza… L’Unione Europea ha vietato ogni test sugli animali in ambito cosmetico dall’11 marzo 2013: non solo è vietato testare i cosmetici e i loro ingredienti sugli animali sul suolo europeo, ma anche importare da altrove gli ingredienti cosmetici testati. Invece ci sono paesi come gli USA dove i test sugli animali non sono obbligatori per legge, e poi ci sono paesi che li richiedono espressamente, come la Cina.