A metà strada tra il passaparola e l’utilizzo di testimonial famosi, l’influencer marketing è ormai all’ordine del giorno per qualsiasi tipo di attività
Tutte le aziende, qualunque sia il loro settore di appartenenza, hanno sviluppato nel corso degli anni strategie mirate ad aumentare la brand awareness, tassello fondamentale per la loro crescita e soprattutto per il loro consolidamento.
In passato si puntava sui testimonial più in vista del momento: attori, cantanti, sportivi e celebrità varie erano corteggiati da numerosissimi brand al fine di pubblicizzarne i prodotti su canali quali tv, riviste, radio e cartelloni pubblicitari.
Oggi le cose sono leggermente diverse. I testimonial sono stati sostituiti dagli influencer, e le pubblicità appaiono per lo più online e sui social network. Ecco perché si parla tanto di influencer marketing, ovvero di quel ramo del marketing legato a persone più o meno celebri che riescano ad esercitare la propria influenza sui potenziali clienti.
In primis è utile ricordare che, nonostante fossero strategie ragionate e di successo, le pubblicità con i “vecchi” testimonial presentavano delle criticità. I dati erano approssimativi e non permettevano di comprendere fino in fondo quali erano le fasce di pubblico raggiunte, ma soprattutto a volte ci si concentrava troppo sulla celebrità, approssimando non di poco il messaggio pubblicitario.
Oggi, con il successo del web e dei social network, è più facile per i brand controllare non solo il proprio messaggio ma anche il pubblico a cui arriva e le relative reazioni. Inoltre, non occorre arrivare a celebrità di fama mondiale, anzi!
Recenti studi hanno sottolineato come gli influencer del web, anche quelli con un numero esiguo di followers, risultino più indicati per pubblicizzare prodotti e servizi.
Su quali influencer puntare?
Gli influencer non sono tutti uguali! Li si può distinguere in base al settore in cui sono più attivi: ci sono personaggi legati al mondo della moda e del beauty, altri al food, altri ancora ai viaggi, e poi ci sono gli influencer attivi nei settori finanziario, economico o politico.
Ancora, gli influencer possono essere divisi in cinque principali livelli, a seconda del numero di follower:
- Mega influencers e celebrità: più di 1 milione di follower
- Macro influencers: da 100 mila a 1 milione di follower
- Mid-tier influencers: da 20 mila a 100 mila follower
- Micro influencers: da 5 mila a 20 mila follower
- Nano influencers: da 1.000 a 5.000 follower
Solitamente, quando si parla di influencer marketing, i brand sottovalutano il potere di un pubblico ridotto. I celebrity influencer sono i più ricercati perché possono portare molto traffico e vendite, ma il problema è che sono più difficili da contattare e molto costose.
Inoltre, un aspetto da non sottovalutare sta nella fiducia che il pubblico ripone in quella celebrità. Un influencer che sponsorizza più articoli o servizi contemporaneamente non ispira molta fiducia poiché il pubblico è ormai abituato a queste dinamiche, e potrebbe non fidarsi della sua effettiva imparzialità.
Al contrario, influencer più piccoli sono molto più avvicinabili, sia per i brand che per il pubblico. Inoltre, tali personaggi hanno una rete di amicizie e conoscenze che va anche al di là del mondo virtuale, e quindi hanno peso anche nel mondo reale, specie se si vuole intercettare un target specifico.
Insomma i profili di nano e micro influencer hanno un forte legame con la loro community, che quindi ha un tasso di engagement più elevato e reagisce ai post sponsorizzati.
L’engagement determina il livello di capacità di coinvolgimento dei follower e viene calcolato in relazione ai commenti e ai like dei contenuti postati sui social. Aiuta, inoltre, ad analizzare quanto attivo e interattivo è il pubblico di un determinato influencer, e qual è effettivamente il numero reale di seguaci e la loro provenienza geografica.
Tutti questi dati saranno fondamentali per individuare la persona da scegliere per la propria campagna di influencer marketing.
Influencer marketing e barter
Abbiamo già parlato dei costi di questo tipo di pubblicità. Va da sé che maggiore è il seguito di un influencer più elevato sarà il compenso richiesto. Tuttavia l’influencer marketing prevede anche altri tipi di retribuzione, come ad esempio il barter.
Traducibile letteralmente con il termine baratto, in ambito pubblicitario il barter è il pagamento di uno spazio pubblicitario effettuato da un’azienda attraverso prodotti e servizi dell’azienda medesima.
In parole semplici, l’azienda utilizza i propri prodotti o servizi come metodo di pagamento (anche se sarebbe più corretto parlare di merce di scambio) per gli spazi pubblicitari che utilizza. Nel caso specifico dell’influencer marketing tali spazi pubblicitari sono i contenuti web e social (post, articoli, stories…).
Questa pratica è utile per le imprese che vogliono dare visibilità al loro brand senza utilizzare liquidità corrente, ma cedendo la propria merce. Il cambio merce pubblicitario, inoltre, provvedere a smaltire le eccedenze di magazzino e contenere i costi di produzione, e al contempo è un ottimo metodo per costruire strategie di comunicazione e recuperare competitività.