In un mondo popolato dai social non esiste un post che non abbia un hashtag, un piccolo simbolo che ha cambiato il modo di fare comunicazione sul web. Ma come, quando e perché è nato questo simbolo? Ecco alcune delle curiosità sul famoso “cancelletto” creato da Chris Messina.

Contrariamente a quanto si pensa, il simbolo dell’hashtag#non è affatto un’invenzione dei nativi digitali. Di fatto, in latino era usato come abbreviazione della lettera “n” maiuscola barrata, che significa “numerus” (in italiano: numero ndr) e, ancora oggi negli Usa, viene utilizzato per indicare i numeri ordinali. In una classifica #1 sta a significare “primo classificato”. Ed è proprio negli Stati Uniti, negli anni Settanta, che l’hashtag spopola, tanto da ottenere addirittura un tasto sui telefoni fissi, grazie all’idea della compagnia telefonica A&T.

La storia dell’Hashtag

Per arrivare al significato attuale, bisogna però fare un salto agli anni 2000. La storia dell’hashtag come parola, infatti, ha tutt’altra etimologia. Dal latino si passa all’inglese: hashtag è il risultato di “Hash”, che vuol dire cancelletto, e “Tag” che vuol dire etichetta. Un simbolo tanto piccolo quanto potente che, usato per la prima volta il 23 agosto 2007 da Chris Messina, ha generato un effetto a catena.

Messina, infatti, sul suo canale Twitter ha usato l’hashtag per raccogliere tutte le conversazioni che riguardassero il suo progetto #barcamp, inaugurando un sistema potente ed efficace per aggregare sotto un’unica parola concetti affini. Sui social network, infatti, da Facebook a Twitter passando per Instagram, i post degli utenti di mezzo mondo sono popolati dagli hashtag, un piccolo simbolo che ha cambiato il modo di fare comunicazione sul web.

L’Hashtag come mezzo di comunicazione

La loro forza sta proprio nel fatto che, grazie a parole precedute dal cancelletto, si è in grado di rintracciare tantissime informazioni riguardanti specifici argomenti, semplicemente cliccandoci sopra. Ed è per questo che, grazie alla loro immediatezza, sono riusciti a diffondersi sul web, diventando nel corso del tempo efficaci strumenti comunicativi.

Basti pensare agli hashtag legati alle proteste o alle manifestazioni: in occasione dell’attentato alla redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo, #JeSuisCharlie, è stato utilizzato su Twitter circa 5 milioni di volte, diventando uno tra i più popolari nella storia degli hashtag. O ancora, quelli utilizzati a scopo sociale come #IceBucketChallange, ovvero una secchiata d’acqua gelata sul corpo, per incentivare la raccolta fondi per lo studio della SLA.

In quali social si usano gli hashtag?

Quando si tratta di utilizzare gli hashtag sui social, non esistono regole specifiche per ognuna delle piattaforme digitali, perché la funzione di aggregatore di argomenti rimane per tutti uguale, ma è pur vero che un brand o un privato cittadino ha un proprio obiettivo per ogni social che utilizza. Per esempio, su Twitter gli hashtag si usano per avere informazioni veloci su argomenti specifici, ma anche su quali possono essere le tendenze del giorno; basta dare un’occhiata al social cinguettante per capire cosa succede nel mondo.

Per quanto riguarda Instagram, il social delle immagini, l’utilizzo degli hashtag è di fondamentale importanza per mettere in evidenza i propri contenuti e per diversificarli in categorie. Sotto ogni post il numero di hashtag è soggettivo e permette di avere una diffusione su ampia scala a seconda di quante categorie scegli.

Diverso il discorso per Facebook, dove la ricerca per hashtag mostra solo alcuni risultati e in ordine di importanza. Troveremo quindi i post dei nostri amici, degli amici dei nostri amici e delle pagine business, ma non quelle di persone a noi sconosciute.

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Come utilizzare gli hashtag

Come abbiamo visto, non è difficile utilizzare gli hashtag, ma esistono dei trucchi per saperli usare in modo coerente ed efficace. Per esempio, utilizzare hashtag di forte tendenza per un argomento non pertinente è penalizzante e sicuramente il post si perderebbe, diventando così invisibile e inefficace.

Gli hashtag più efficaci sono composti da parole semplici da ricordare e da digitare, in un massimo di due per post. Inoltre, è possibile scaricare diverse applicazioni per smartphone e tablet che generano automaticamente degli hashtag per ogni esigenza, come Keyhole, Hashtagify e Ritetag, per citarne alcuni.