Cresce l’interesse per il mondo della finanza, come anche quello nei confronti degli investimenti sostenibili: più diffuso tra le donne, negli ultimi anni è aumentato soprattutto tra i giovani e tra le persone con maggiori conoscenze digitali

Il mondo della finanza appassiona gli italiani, suscita interesse nelle famiglie, coinvolge i giovani: cresce prepotente la popolazione degli investitori nel 2021 fino ad arrivare al 34% rispetto al timido 30% raggiunto nel 2019. A evidenziare questo trend è l’Osservatorio 2021 su ‘L’approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane’, un’indagine somministrata da GfK Italia a un campione rappresentativo di decisori finanziari che raccoglie dati relativi a 2.695 persone, rappresentativi della popolazione motivata agli investimenti finanziari.

È il cambio del paradigma economico e sociale a trasformare l’approccio nei confronti di quello che potremmo definire un universo frequentato esclusivamente da appassionati e professionisti. «La propensione verso gli investimenti sostenibili – si legge nell’indagine – è più diffusa tra le donne, gli investitori più giovani, i soggetti con un livello maggiore di conoscenza finanziaria e competenza digitale. Nel 2021 è cresciuta lievemente (9%) la percentuale di investitori che dichiarano di possedere un prodotto finanziario sostenibile (7% nel 2019); questo incremento è maggiormente significativo nel sottocampione composto dagli individui assistiti da un consulente (dall’8% nel 2019 al 19%)». Le preferenze dei titoli su cui investire restano sempre quelle classiche e decisamente meno rischiose, al fine di evitare brutte sorprese: «certificati di deposito e buoni fruttiferi postali (posseduti dal 43% delle famiglie), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%)». Il cambiamento strutturale dell’economia italiana avvenuto sin all’inizio del XXI secolo è dovuto anche all’ingresso dei giovani nei mercati finanziari, che ha stravolto il classico paradigma sociale ed economico. Subiscono un notevole stravolgimento anche le scelte sui mercati finanziari rispetto al XX secolo, delineando le diverse opportunità di investimento nei nuovi asset del futuro: ambiente e green economy.

«Nell’ambito dell’emergenza pandemica, il 2021 per quanto sia stato l’anno in cui l’area dell’euro ha progredito più stabilmente  (in termini reali la crescita del PIL è stata pari al 5,3 per cento) ha comunque risentito – commenta Arcangelo Marrone, professore di Economia Aziendale presso l’Università Lum – degli effetti devastanti prodotti dalla instabilità dei prezzi sull’economia reale e dei conseguenti riflessi sui risparmi e sugli investimenti che, inevitabilmente, dopo un iniziale arresto tenderanno i primi ad essere erosi, i secondi a disertare i mercati finanziari (questi ultimi resteranno popolati per lo più dagli investitori di lungo corso)».

«A ciò si aggiungano – prosegue Marrone – gli oltre 240 miliardi di richieste di garanzia presentate al Fondo di Garanzia per le PMI, a fronte dei nuovi finanziamenti bancari concessi alle micro, piccole e medie imprese, molti dei quali già in parte assorbiti proprio da quel fabbisogno finanziario ulteriore generato dall’aumento dei prezzi. L’acuirsi di tutte queste incertezze, di fatto, sta scardinando alcuni principi del buon funzionamento dei mercati con gravi riflessi per l’economia che, inevitabilmente, si rifletteranno anche sulle dinamiche di globalizzazione. L’economia reale attende, quindi, gli interventi del nostro governo che a sua volta per rimettere in moto le entrate statali dovrà sostenere le imprese partendo, ad esempio, dal costo del lavoro (per agevolare il rilancio delle attività produttive in Italia), senza dimenticare la debitoria fiscale pregressa delle imprese che per essere sostenibile deve essere necessariamente ripianificata nel medio e lungo periodo».

Giovani e finanza: i numeri di un trend in crescita

Alla nutrita presenza di investitori si aggiungono i giovani, come sottolinea l’indagine BVA Doxa condotta per Invesco, la quale rivela il nuovo andamento in costante crescita. «La ricerca coinvolge un campione di 750 ragazzi in tutta Italia – si legge nel documento – composto per genere dalla metà delle donne e dalla metà degli uomini; per fascia d’età 33% Z Tribe (18-24 anni), Nouveau Millennials (25-29 anni) e Mid Millennials (30-34 anni). Nel breve periodo, 4 su 10 hanno in programma di risparmiare per il futuro (39%) e praticamente la stessa quota vuole investire il proprio denaro (35%) e, solo dopo, pensano a organizzare viaggi (32%). Non solo. I progetti nel lungo periodo esprimono una forte apertura al mondo finanziario: tra quelli più importanti troviamo l’investimento in fondi (29%), seguito dal volersi costruire una pensione (27%), ancora più forte tra i Nouveau Millennials (30%). L’aspetto della realizzazione futura acquista importanza su un orizzonte di lungo periodo: risparmiare (27%), farsi una famiglia propria (26%), investire nell’immobile (23%). Sono consapevoli dell’utilità della pianificazione per risparmiare (84%), per realizzare i propri sogni (79%), per vivere serenamente (71%)».

«Nonostante la presenza per molti – prosegue l’indagine – di un lavoro stabile nel contesto sociale attuale, i giovani intervistati capiscono di non poter contare su quelle certezze che hanno caratterizzato l’epoca welfare dei loro genitori, dimostrano di possedere una lucida consapevolezza che ha consentito loro di sviluppare la saggezza antica dei nonni: iniziare a risparmiare, accumulare certe somme di denaro che serviranno in futuro per realizzare progetti (casa, attività imprenditoriale in proprio, auto, casa per i figli), senza dimenticare di garantirsi un benessere di base parallelo o complementare al reddito da lavoro in epoche successive».

Dove (e come) si informano gli investitori

È sicuramente Internet la fonte informativa sugli investimenti sostenibili più frequentemente indicata dagli investitori (43% dei casi; era il 10% nel 2019). Fanno eccezione gli investitori informati che preferiscono la consulenza finanziaria individuando un professionista nel 40% dei casi, in netta crescita rispetto al 21% nel 2019. «Gli entrants presentano più di frequente – si legge nell’Osservatorio 2021 su ‘L’approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane’ – un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle dei panel investors, mentre sono meno propensi alla pianificazione finanziaria e alla gestione del budget e dichiarano condizioni di fragilità finanziaria. Nell’ambito della componente longitudinale degli investitori, è possibile distinguere coloro che si sono rivolti a un consulente finanziario nel biennio 2020-2021 (new advisees) dagli investitori che si sono stabilmente affidati a un professionista nei tre anni considerati (panel advisees). I new advisees si caratterizzano per un livello più basso di alfabetizzazione, sebbene dotati di competenze digitali lievemente superiori a quelle dei panel advisees».

Il manuale delle conoscenze finanziarie

Aumentano, quindi, le persone che scelgono investimenti finanziari anche se restano basse le conoscenze nel settore. Ad aggravare questa situazione c’è la mancanza di consapevolezza di molte persone rispetto alle proprie lacune finanziarie. Per colmarle arriva sul mercato editoriale Wikilix Essentials – Lezioni essenziali per investire con successo, la nuova collana di mini-libri in formato cartaceo che garantisce una raccolta completa su tutti gli argomenti imperdibili ed essenziali per investire con consapevolezza, accrescere i propri risparmi e proteggerli dagli errori più comuni. Si tratta di dieci volumi tematici dove sono stati raccolti, riorganizzati e integrati con nuovi contenuti esclusivi ed inediti i migliori materiali di formazione e divulgazione. È un supporto conoscitivo, adatto anche ai meno esperti, per apprendere e migliorare le proprie competenze finanziarie.

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