Il cibo a domicilio si riconferma un trend in crescita e, per la prima volta, mette d’accordo tutti gli italiani. Ma attenzione alle incognite del 2020…
Il futuro della ristorazione, sembra ormai ovvio, dovrà fare affidamento (anche) sul delivery, un trend in constante crescita che ormai riesce a mettere d’accordo una clientela sempre più varia e differenziata. Insomma, ordinare cibo a domicilio o da asporto è una realtà che va consolidandosi e che in questo periodo di emergenza sanitaria ha permesso a numerosi ristoratori di continuare a lavorare.
Lo scorso aprile si è tenuto il webinar “Ristorazione & Delivery” organizzato da Appetite for Disruption (il primo think tank italiano sulla ristorazione) e PwC Advisory. L’iniziativa aveva lo scopo di analizzare l’attuale situazione del settore e fornire idee e suggerimenti riguardo l’utilizzo delle piattaforme di food delivery, specialmente a quei ristoratori che desiderano avvicinarsi a questa tendenza.
Tale analisi approfondita ha, quindi, evidenziato quali sono i punti di forza del delivery, quali sono i prodotti maggiormente richiesti e chi sono gli utenti tipo delle piattaforme, confermando i trend di crescita del 2019, con un ampliamento della clientela.
Chi ordina cibo a domicilio?
Già nel 2019 era evidente come il mercato del food delivery facesse leva maggiormente sui millennial, anche se negli ultimi mesi sono aumentati gli ordini di cibo a domicilio anche da parte delle famiglie. Di solito si ordina per mancanza di tempo o per comodità, ma anche per la possibilità di variare e scegliere cibi molto diversi tra loro.
A tal proposito, è stato evidenziato che gli uomini ordinano più delle donne (55% contro 44%), anche se queste ultime variano molto di più e prediligono cibi salutari. Per quanto riguarda le professioni, invece, a guidare la classifica ci sono gli impiegati (40%), seguiti da studenti (30%), liberi professionisti (15%) disoccupati (5%) e infine casalinghe (2%).
Cosa ordinano gli italiani?
La regina indiscussa del cibo a domicilio in Italia resta sempre la pizza, che resiste nonostante la crescente concorrenza. A seguire, tra i cibi più amati e ordinati dagli italiani, troviamo gli hamburger, i piatti giapponesi e cinesi, e ancora panini, cucina italiana, pollo, dolci, cucina indiana e infine il cibo messicano.
Questa Top 10 brilla sicuramente per varietà, ma si appresta ad essere ulteriormente sconvolta da new entries molto interessanti, come ad esempio le cucine di paesi molto lontani. Si è registrato, ad esempio, un incremento riguardante la cucina tradizionale libanese e quella thailandese, così come una crescita notevole dei piatti vegetariani, un trend crescente da tenere sotto controllo.
Il food delivery durante l’emergenza
Va da sé che il periodo di emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno avuto un forte impatto sul mondo del cibo a domicilio.
Se da un lato il delivery ha permesso a molti ristoratori di reinventarsi e continuare a lavorare, dall’altro non sono mancate le perplessità da parte della clientela. In generale, la maggior parte delle persone ritiene che il food delivery sia un servizio utile durante l’emergenza, mentre il 30% lo ritiene addirittura essenziale.
Cambiano anche le motivazioni per cui durante il lockdown si ordinava a domicilio: l’impossibilità di andare al ristorante (ovviamente), la voglia di coccolarsi un po’ e magari di provare piatti nuovi, o magari la voglia di restare a casa ed evitare code al supermercato per fare la spesa.
Inoltre, durante l’emergenza si è registrata un’inversione di tendenza: gli ordini erano meno, ma venivano fatti da gruppi (famiglie o conviventi), quindi erano più sostanziosi, e c’era una maggiore sensibilità al prezzo.
Questo può essere facilmente ricondotto alle perplessità di cui parlavamo prima: all’inizio infatti i clienti nutrivano dubbi riguardo il pagamento e la consegna, e avevano paura di una possibile esposizione al contagio sia attraverso il cibo che al momento della consegna; infine, non va dimenticato che l’emergenza sanitaria ha portato con sé anche una crisi economica, e che quindi le ristrettezze hanno portato gli utenti a riflettere attentamente riguardo le proprie spese non essenziali.
Cosa possono fare i ristoratori?
Per i ristoranti il food delivery rappresenta un’opportunità importante, che permette di aprirsi ad un pubblico più ampio e diverso da quello che di solito popola i locali. Le opportunità per entrare nel mondo del delivery sono infinite, e si adattano a qualsiasi tipo di attività e necessità.
Per prima cosa bisogna avere un sito web e profili social aggiornati e attivi, così da farsi conoscere anche attraverso queste piattaforme. Insomma, la comunicazione digitale è fondamentale per incuriosire i (potenziali) clienti.
Si può, poi, decidere di affidarsi a piattaforme già esistenti come JustEat, Glovo, Deliveroo o Foodora, oppure si può optare per una soluzione interna gestita interamente dalla proprietà.
Nel primo caso i costi saranno minori, così come le responsabilità riguardo questioni tecnico-logistiche, la contabilità e le assicurazioni. Nel secondo caso, invece, si potrà avere un controllo diretto sul servizio e dare una formazione adeguata ai propri dipendenti.
È bene ricordare che il personale del ristorante, specie quello deputato alle consegne, rappresenta il volto del locale e, anzi, potrebbe essere considerato il primo testimonial.
Ecco perché è utile pensare (in caso di un servizio di consegne a domicilio gestito internamente) alle divise e ai mezzi da utilizzare, che dovranno essere riconoscibili e riportare il nome del ristorante.
Inoltre, si dovrà affiancare al sito anche una piattaforma e-commerce ben strutturata e funzionale, e una linea telefonica dedicata (molti clienti, infatti, prediligono ancora le ordinazioni telefoniche).
Una volta prese queste decisioni iniziali, ci si dovrà concentrare anche sulle offerte da proporre alla clientela. In molti hanno pensato a menù pensati esclusivamente per il delivey oppure a offerte dedicate ai clienti che ordinano cibo a domicilio e da asporto.
È fondamentale, soprattutto all’inizio e in periodi particolari (quale è stata l’emergenza sanitaria di quest’anno), incentivare i clienti con sconti e omaggi, così da fidelizzarli e abituarli.
Sono molti, infatti, gli utenti che si avvicinano per la prima volta ai servizi di food delivery, e che quindi possono essere scettici a riguardo: rendere la loro prima esperienza semplice e piacevole sarà un investimento importante che potrà avvicinare il cliente e farlo tornare, sia con altri ordini che direttamente sul posto.
Insomma, il cliente vuole vivere un’esperienza interessante non solo quando mangia, ma anche quando ordina, e visto che il cibo è strettamente legato alla tradizione e all’idea di famiglia, farlo sentire al sicuro sarà la chiave di volta per convincerlo a tornare.
E parlando di sicurezza, ora più che mai è importante insistere sulla sicurezza dei propri locali e per quanto riguarda il personale: mostrare, anche attraverso video e foto, un ambiente di lavoro sano, pulito e in ordine aumenterà la fiducia del pubblico e invoglierà i potenziali nuovi clienti.