Il grande vertice tra i più importanti imprenditori e politici mondiali torna a svolgersi in presenza dopo due anni, ma la pandemia e la guerra in Ucraina hanno cambiato molti dei presupposti su cui si fondava l’evento svizzero
Domenica 22 Maggio si è aperto ufficialmente a Davos, cittadina della Svizzera tedesca, l’incontro annuale del World Economic Forum, una fondazione senza fini di lucro con sede a Ginevra, celebre per l’alto prestigio delle persone che vi prendono parte; per cinque giorni riunisce politici e imprenditori delle più importanti aziende mondiali, per discutere di economia e società. Delle 2.500 persone invitate quest’anno, 50 sono capi di stato e di governo, e oltre 250 i ministri provenienti da tutto il mondo. Presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha parlato in collegamento da Kiev: uno dei temi principali è infatti il conflitto russo in Ucraina, al centro di decine di sessioni e incontri.
Cosa ha detto il presidente ucraino al Word Economic Forum
Il presidente ucraino, che è stato accolto con un caloroso applauso, ha chiesto «sanzioni massime» contro la Russia, un «embargo completo sul petrolio» e che «tutte le banche russe siano escluse dai sistemi globali».
Zelensky non ha nascosto che «questo è il momento in cui si decide se la forza bruta dominerà il mondo. Se così accadrà, non avrà più senso organizzare raduni come quello di Davos». Il Forum di Davos torna infatti a riunirsi in un mondo profondamente cambiato rispetto all’ultima edizione, tenutasi nel gennaio 2020. La pandemia e la guerra in Ucraina stanno mettendo in discussione le fondamenta su cui lo stesso vertice si basava, cioè la globalizzazione e il libero commercio.
Il Forum di Davos prima e dopo la pandemia e con la guerra in Ucraina in corso
La prima differenza dalle edizioni precedenti è la completa assenza di politici o imprenditori russi all’evento: lo stesso Putin era un ospite frequente a Davos e l’influenza dei miliardari e degli imprenditori russi è sempre stata notevole al Forum.
Fino all’anno scorso il fondatore e organizzatore dell’evento, Klaus Schwab, definiva «essenziale» la presenza del presidente russo, ritenendo che il dialogo con l’élite russa fosse necessario per porre le basi per un pianeta più prospero e in pace. Più in generale, ha scritto il New York Times, molti dei princìpi in cui il Forum di Davos per anni si è riconosciuto, come «globalizzazione, liberalismo, capitalismo di mercato, democrazia rappresentativa, sembrano essere sotto attacco».
La pandemia ha portato molti governi, come quello cinese, ad adottare politiche isolazioniste, e la crisi dei commerci globali ha messo in difficoltà quello stesso sistema basato sulla globalizzazione; la guerra in Ucraina ha amplificato questi fenomeni, rendendoli anche più evidenti a larghe fette di popolazione.
«Viviamo in un mondo differente», ha detto Schwab in un’intervista al New York Times. «Anche quando ci trovammo l’ultima volta nel 2020 avevamo molte gravi preoccupazioni. Ma ora abbiamo due eventi ulteriori [la pandemia e la guerra in Ucraina, ndr] che hanno davvero accelerato la serietà della situazione». Allo stesso modo si è espresso Børge Brende, presidente del Forum, spiegando che è da decenni che non assistiamo a così tanti «rivolgimenti geopolitici e geoeconomici».
Le critiche mosse al World Economic Forum
Un’affermazione che verrà ricordata dell’edizione 2022 del vertice è quella del milionario Phil White: «L’unico risultato credibile per questo convegno sarebbe tassare le persone più ricche. E tassarci ora». White ha preso parte a una manifestazione di protesta contro i privilegi del cosiddetto “1 per cento” della popolazione mondiale; il consulente finanziario britannico è un membro dei Patriotic Millionaires, un gruppo di milionari che chiede che i governi del mondo impongano tasse più alte a chi è ricco come loro.
Un’altra critica mossa dall’interno al Forum di Davos è che sarebbe diventato negli anni sempre meno influente a causa del suo approccio fin troppo vicino allo schema politico ed economico dell’Occidente, benché nel mondo i paesi che non si rifanno a questo modello – o che lo contrastano apertamente (come la Cina) – stiano assumendo sempre più rilevanza e potere a livello mondiale.
Tutti questi fattori stanno contribuendo a rendere l’evento molto differente dalle edizioni a cui eravamo abituati. Sebbene il vertice non perderà necessariamente del tutto la sua importanza e credibilità da un anno all’altro, la pandemia e la guerra in Ucraina, in primis, hanno indubbiamente cambiato molti dei presupposti e delle previsioni ottimistiche su cui il Forum di Davos si basava.
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