Il World Economic Forum è un convegno che si tiene con cadenza annuale dal 1971. A prendervi parte sono i big di tutto il mondo per discutere e – talvolta – trovare soluzioni alle grandi questioni economiche. Quest’anno il dibattito si aprirà parlando di disuguaglianze
È iniziata oggi a Davos, in Svizzera, la 53esima edizione del World Economic Forum, dedicata quest’anno alla “Cooperazione in un mondo frammentato”. Il Wef è un’organizzazione no profit svizzera in cui rientrano personaggi dell’élite politica e imprenditoriale di tutto il mondo. È da qui che si osservano i fenomeni che riguardano lo stato delle economie planetarie e si incontrano i grandi in cerca di possibili soluzioni. “Cercheremo di rafforzare la cooperazione pubblico-privato per affrontare le sfide più urgenti del mondo frammentato in cui viviamo” ha preannunciato Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum commentando l’edizione 2023.
La disuguaglianza primo tema del World Economic Forum
La cittadina svizzera che ospita il World Economic Forum a ogni edizione viene presa d’assalto e quasi militarizzata per via dei controlli serrati. Alla kermesse, della durata di cinque giorni, si partecipa infatti su invito. Si discute delle principali sfide globali da affrontare e una su tutte è quella della disuguaglianza. Le disparità sociali hanno raggiunto livelli record come racconta il report di Oxfam “La disuguaglianza non conosce crisi”, presentato oggi in apertura dei lavori. Uno studio che svela come tra fine 2019 e fine 2021, gli anni della pandemia, l’1% più ricco della popolazione mondiale abbia incassato una ricchezza quasi doppia rispetto al restante 99%. Si calcola che a cadere in povertà estrema sia una quota che va dai 75 ai 95 milioni di persone in più rispetto alle previsioni pre-pandemia. Colpa di inflazione, crisi alimentare e Covid. Nel frattempo i ‘miliardari Forbes’ hanno intascato 2,7 miliardi ogni giorno dello scorso anno.
I dibattiti del World Economic Forum sui temi più disparati
“Un aumento della povertà estrema di questa entità non si rilevava dal 1990” sintetizza Oxfam. E in Italia è vero e proprio boom: da noi, dove i salari sono scesi del 6,6%, il 7,5% delle famiglie non ha un livello di spesa sufficiente a garantirsi uno standard di vita minimamente accettabile. Per questo “le misure di sostegno alle famiglie devono proseguire e essere indirizzate meglio verso le famiglie in condizioni di maggior bisogno” afferma il report. Ma negli anni di quella che è stata ribatezzata ‘permacrisi’, in cui si succedono emergenze senza sosta, dal Covid alla guerra, i temi del Wef saranno i più disparati. I panel in previsione sono ben 450, tra dibattiti su temi economici, ambientali, sanitari, sociali e relativi alla sicurezza.
Chi ci sarà (e chi no) al World Economic Forum
Al World Economic Forum prenderanno parte 2700 leader mondiali provenienti da 130 Paesi e tra questi ci saranno 52 capi di Stato o di governo. Presenzieranno il Wef la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e la presidente della Bce, Christine Lagarde. Mentre grandi assenti, sostituiti da delegazioni di alto livello, saranno il presidente statunitense Joe Biden e quello cinese Xi Jinping. In rappresentanza dell’Italia vi saranno il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e alcuni top manager e imprenditori nostrani. Tanto per citarne alcuni Lucia Calvosa di Eni, Michele Crisostomo e Francesco Starace di Enel, Andrea Illy di Illycaffè, Pier Carlo Padoan di Unicredit, Matteo Laterza di Unipol Gruppo. Ma saranno presenti anche personalità del giornalismo come Federico Fubini del Corriere della Sera e Marco Zatterin de La Stampa.
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