Dopo la cessazione del contratto in seguito alla mancata consegna di milioni di dosi di vaccino anti Covid prodotto da Astrazeneca, i 27 paesi europei vanno in tribunale per chiedere un maxi-rimborso. A quanto ammonta il valore delle dosi mai arrivate in Europa?
Astrazeneca non ha rispettato i patti nella consegna dei vaccini anti-Covid, e la Commissione Europea, dopo una serie di avvisi, ha deciso di farsi sentire. Due i sentieri percorsi dal braccio esecutivo della Ue: lo stop al contratto per la fornitura dei vaccini, in scadenza il 30 giugno, e la via giudiziaria (avviata lo scorso 23 aprile) per chiedere il risarcimento economico all’azienda farmaceutica anglo-svedese.
A dare sostegno all’azione risarcitoria mossa da Bruxelles ad AstraZeneca tutti e 27 i paesi dell’Unione Europea, che secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters potrebbero chiedere una cifra di 10 euro per ogni giorno di ritardo per ciascuna dose di vaccino non consegnata secondo i tempi prefissati. Una cifra notevole, a cui la Commissione Europea vorrebbe aggiungere altri 10 milioni di euro di sanzioni per ciascuna violazione riscontrabile nel contratto sottoscritto tra le parti.
Le dosi mancanti mai consegnate all’UE
Stando ai termini del contratto, l’azienda farmaceutica avrebbe dovuto consegnare ai paesi del vecchio continente 300 milioni di dosi nei primi sei mesi del 2021, su un totale di 400 milioni di dosi pattuite. Consegne molto lontane dalla realtà visto che AstraZeneca ha consegnato appena 30 milioni di dosi nel primo trimestre, il 10% del totale, e dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) consegnarne altri 70 milioni entro giugno. Se anche fosse rispettata questa seconda tranche, il totale ammonterebbe a 100 milioni di dosi totali, con un ammanco di 200 milioni di vaccini anti-Covid.
L’Europa fa i conti in tasca ad Astrazeneca
Conti alla mano un prodotto, il vaccino, che vale 2 euro, potrebbe costare anche 1800 euro per sei mesi di ritardo nella consegna. E questo vale per una singola dose. Per non perderci nei conti, citiamo la ricostruzione di Quotidiano sanità, secondo cui, ai primi di maggio il ritardo nelle consegne ammontava a circa 150 milioni di dosi. Il conto preciso, stando al calendario delle consegne, potrebbe portare ad una richiesta intorno ai 150 miliardi di euro, ma solamente per il secondo trimestre 2021. Cifre che metterebbero in ginocchio l’azienda che nel 2020 ha fatturato 26,6 miliardi di dollari ed il cui valore di capitalizzazione è di poco superiore ai 100 miliardi.
È chiaro che dal punto di vista contrattuale la situazione è piuttosto labile. Come evidenziato dal Sole 24 Ore, una delle principali debolezze è legata al contratto di pre-acquisto siglato dalle due parti, in cui la società si è impegnata a fornire le dosi secondo «il maggior sforzo possibile». Una formula che nelle aule internazionali di giudizio potrebbe essere interpretata a sfavore di Bruxelles. Astrazeneca da parte sua, in un comunicato ufficiale, ha fatto sapere che si «difenderà con forza in tribunale».
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