Esperienze uniche, locali storici e piatti tradizionali… Il turismo enogastronomico è uno dei punti fermi dell’economia italiana
Nella scelta della meta perfetta per le proprie vacanze, il buon cibo svolge un ruolo sempre più importante. E nel mondo non esiste un paese che possa reggere il confronto con la nostra penisola: se si parla di turismo enogastronomico l’Italia è, infatti, la destinazione preferita dai viaggiatori italiani e stranieri. Questo dato emerge dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2020 stilato da Roberta Garibaldi in collaborazione con World Food Travel Association.
Insomma, oltre al turismo culturale, paesaggistico e a quello da shopping in Italia occupano un posto d’onore anche le tradizioni culinarie, che ogni anno attirano tantissimi turisti da tutto il mondo. Dai dati emerge, infatti, che il 71% delle persone in viaggio vuole vivere esperienze enogastronomiche memorabili, mentre per il 59% dei turisti cibo e vino aiutano a scegliere tra più destinazioni.
Neanche a dirlo, i millennials guidano questo trend insieme alla più giovane generazione Z: infatti viaggiano spesso e mostrano un alto interesse per il cibo e le tradizioni culinarie. In Italia a farla da padrone sono lo street food, le visite guidate a caseifici e cantine e i laboratori di cucina in cui imparare i segreti delle ricette tipiche del Belpaese. Questo denota l’attaccamento dei turisti alla tradizione, specialmente a quella povera, e la voglia dei viaggiatori di entrare in contatto con i luoghi in cui nascono le prelibatezze made in Italy.
L’Italia è la meta ideale dei food traveler
L’Italia sembra non avere competitor a livello europeo riguardo il turismo enogastronomico. Certo, la Francia e la Spagna negli ultimi anni hanno registrato un incremento notevole, ma la nostra penisola detiene il primato per quanto riguarda la crescita di aziende viticole e olivicole.
Inoltre, l’Italia si posiziona ai vertici in molti indicatori considerati nella ricerca, tra cui produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole e aziende olearie, numero delle imprese di ristorazione, beni e Città Creative Unesco legate all’enogastronomia.
L’Italia riesce, dunque, a coniugare città d’arte, paesaggi da sogno e buon cibo, un mix vincente che ci colloca al primo posto tra le mete scelte dai viaggiatori di tutto il mondo.
I prodotti maggiormente ricercati sono la pizza e il Gorgonzola, seguiti da arancini (o arancine), l’ossobuco, il Parmigiano Reggiano e il Pecorino Romano, insieme ai vini dell’Alto Adige e al Chianti.
Il turismo enogastronomico nelle regioni italiane
Questo trend appare ben distribuito lungo tutto lo Stivale. Non c’è regione italiana che non sia caratterizzata da un prodotto tipico della cucina locale e che, quindi, sia indicata come meta del cuore per gli amanti del buon cibo.
Il centro-sud è l’area geografica più dinamica, con un continuo incremento dell’offerta gastronomica, mentre l’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica, il Piemonte è la prima regione per presenza di cantine e la Campania detiene il primato per i prodotti agroalimentari tradizionali.
Parlando di offerta multiculturale e ristoranti d’eccellenza, la Lombardia non ha eguali in Italia, invece la Toscana è al primo posto per numero di agriturismi.
Su quali prodotti bisogna puntare?
Sembrerà banale, ma il piatto italiano su cui bisogna puntare di più per migliorare il nostro turismo enogastronomico è la pizza. Dopo il riconoscimento Unesco la sua reputazione è migliorata notevolmente e si presta ad un potenziamento che migliorerebbe le performance dei locali.
Ancora, si potrebbe puntare sui vini e le cantine, proponendo tour più coinvolgenti ed esperienze a 360 gradi, che portino il turista a contatto diretto con i produttori e le comunità locali.
Da bandire completamente sono i menù fissi, che risultano aridi e non hanno grande appeal sui turisti stranieri. Infine, in molti chiedono di puntare sulla digitalizzazione e su una migliore formazione del personale.