Le smart city sono una struttura urbanistica che sfrutta al meglio la tecnologia, l’energia e tutti i servizi in suo possesso ed è in grado di offrire una serie di benefici: l’aumento dei livelli di salute di chi vi risiede, una riduzione dell’inquinamento, maggiori possibilità di lavoro e anche un ritorno in termini di fatturato
Di smart city – o città intelligente – se ne parla da anni, ma spesso il termine è utilizzato in modo improprio, a volte con focus esclusivamente tecnologico ed altre con un approccio ai limiti del fantascientifico.
È anche vero che tutte le città sono studiate per riuscire a controllare e a gestire al meglio gli impegni dei propri residenti, ma, per essere chiari, le città che ricevono l’appellativo di smart sono zone urbane che funzionano in base alle tecnologie digitali in loro possesso. Ma cosa sono davvero le città innovative e qual è la situazione in Italia?
Cosa sono le smart city
Se dovessimo tradurre alla lettera smart city, il suo significato sarebbe “piccola città”, ma queste realtà molto spesso non hanno nulla di piccolo, anzi sono abitate anche da milioni di residenti. Sarebbe quindi più corretto utilizzare un significato più figurato: città intelligente.
Del resto, con il termine “intelligente” andiamo ad identificare una struttura urbanistica che sfrutta al meglio la tecnologia, l’energia e tutti i servizi – come il trasporto – in suo possesso. Proprio per questa attenzione alla sostenibilità e all’innovazione tecnologia, le smart city sono più competitive della media delle altre città e rappresentano un elemento importante per l’economia di un Paese.
Le caratteristiche di una smart city
Le strade sono percorse da auto a guida autonoma, gli incroci sono regolati da semafori intelligenti, gli oggetti si scambiano informazioni tra di loro grazie all’Internet of Things. Ma ci sono anche ampi spazi verdi, il traffico è fluido ed è possibile praticare una mobilità sostenibile fatta di bike sharing, car sharing e auto ibride o elettriche.
Detta così sembra davvero una città futuristica, eppure esistono diversi luoghi che rispettano queste caratteristiche, anche in Italia. Ma procediamo con ordine.
L’obiettivo da raggiungere
L’obiettivo finale di una città smart è migliorare la vita dei cittadini e di chi si trova a frequentare o spostarsi in quella città. Varie ricerche – condotte anche da ICity Rank 2020, che ha anche fornito una classifica delle città più smart d’Italia – hanno dimostrato che un luogo di questo tipo è in grado di offrire una serie di benefici: l’aumento dei livelli di salute di chi vi risiede, una riduzione dell’inquinamento, maggiori possibilità di lavoro e anche un ritorno in termini di fatturato.
Le città più smart d’Italia
Come anticipato, esistono diverse città italiane che – più o meno – soddisfano tutti i parametri per essere considerate smart. Anzi, ICity Rank 2020 ne ha ricavato addirittura una classifica, dove, al primo posto – quasi sorprendentemente – non c’è Milano.
La città più smart è, infatti, Firenze, seguita da Bologna, mentre il capoluogo meneghino è slittato al terzo posto, perdendo il primato che aveva mantenuto per 6 anni di fila, dopo che il Covid-19 ha destabilizzato pesantemente gli equilibri della città.
Ma, un fattore da considerare, è proprio la pandemia: per fronteggiare l’emergenza, la trasformazione digitale delle città italiane ha subito un’accelerazione, anche se in modo non uniforme. Secondo un report di FPA (Forniture per la Pubblica amministrazione) c’è una profonda differenza tra Nord e Sud e si rafforza il ruolo guida dei capoluoghi metropolitani, in reazione anche alle città più colpite dalla pandemia.
Gli aspetti negativi
Un’indagine condotta sui cittadini italiani e realizzata dall’istituto Piepoli per ESTRA ha evidenziato opinioni, prospettive e timori connessi alla diffusione delle smart city.
Esistono, infatti, diverse persone che hanno individuato subito dei punti negativi, come la diminuzione della privacy, poiché, se si è continuamente connessi, si è anche più controllati.
Inoltre, un altro aspetto da tenere presente è quello dell’educazione alle nuove tecnologie, che dovrebbe essere un insegnamento continuo e paritario, per evitare di lasciare indietro interi gruppi di persone, tra cui gli anziani.
Da questa indagine, prevale comunque un’opinione favorevole. Infatti, la maggioranza dei cittadini intervistati crede che “essere” una smart city significa ridurre l’inquinamento (40% degli intervistati) e gli sprechi di energia (34%) mediante la gestione intelligente di rifiuti, acqua e la costruzione di edifici basati su criteri di efficienza energetica.