Il settore cosmetico sembra non conoscere crisi e si riconferma tra le prime industrie italiane per fatturato e importanza globale

In Italia il settore cosmetico conferma anche quest’anno la sua forza e, nonostante le incertezze dello scenario mondiale e nazionale, le stime per il 2020 indicano una crescita di circa il 2%.

Si registrano dati positivi per le performance sia sul mercato interno che su quelli internazionali, oltre che per la capacità di questa industria di reagire ai periodi di crisi e incertezza, puntando sulla ricerca e sul rafforzamento della qualità dell’offerta.

Nel panorama generale, il settore cosmetico conferma la sua forza sui mercati esteri ed è superato solo da vino e moda per quanto riguarda i valori del saldo commerciale. Mentre sul mercato italiano lo scorso anno si è registrata una crescita del 2%, per un valore di ben 10 miliardi di euro.

Valori che non dovrebbero subire cali eccessivi, nonostante la crisi attuale. Questo avviene perché la crisi non è direttamente collegata alla diminuzione degli acquisti del settore, anzi. Infatti, anche in tempo di crisi le donne, ma anche gli uomini, tengono alla propria salute e bellezza, e anzi preferiscono dare un taglio a tutti quegli altri “sfizi” considerati non necessari.

Insomma, i numeri confermano che la cosmetica è uno dei fiori all’occhiello della nostra economia e del Made in Italy, anche se è ancora poco conosciuta rispetto al food e al fashion, settori di cui si parla molto di più. Gli esperti affermano che più del 65% dei cosmetici consumati in Europa è realizzato in Italia (qui a farla da padrone è la Lombardia): i grandi marchi, infatti, fanno produrre i loro trucchi in outsourcing proprio qui in Italia poiché riconoscono la qualità e l’eccellenza dei nostri prodotti.

Quando si parla di settore cosmetico non ci si riferisce soltanto al make up, ma anche a tutti i prodotti per l’igiene e la prevenzione (come detergenti e creme solari). Si tratta, dunque, di prodotti ampiamente utilizzati in tutto il mondo, sia da uomini che da donne, e la cui qualità e sicurezza giocano un ruolo decisivo. Ecco perché l’industria italiana si sta concentrando sempre più sulla sostenibilità dei prodotti, sulla loro sicurezza (con la lotta alla contraffazione) e sulla digitalizzazione.

Prodotti sempre più sostenibili

Ormai non esiste un settore che non si stia avvicinando al mondo dell’etica e della sostenibilità. Si tratta di trend in costante crescita e che rappresentano una conditio sine qua non del mercato internazionale. I consumatori sono sempre più attenti alle tematiche sociali e ambientali, e le grandi aziende cercano costantemente di rispondere a queste nuove esigenze.

Non sono da meno le aziende cosmetiche, soprattutto perché questo settore deve fare i conti con altissimi consumi di acqua ed energia, con la questione dei test sugli animali e con il problema del riciclaggio di packaging e imballaggi. In sintesi, nell’industria cosmetica il principio di sostenibilità passa attraverso gli step di produzione, energia, logistica e rifiuti.

Si tratta di passaggi fondamentali che, però, devono coniugare la performance e la sicurezza del prodotto con un tasso di inquinamento ambientale minimo. Da anni ormai LUSH è il brand cosmetico che più di tutti si impegna per ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti e per soddisfare i bisogni dei clienti.

Da sempre contrario ai test sugli animali, ha anche promosso la “messa a nudo” degli articoli per ridurre al minimo il packaging e, laddove non è possibile eliminare le confezioni, propone imballaggi riciclabili al 100%.

Ma anche gli altri brand non sono da meno: KIKO, ad esempio, nel 2018 ha lanciato la sua prima linea di prodotti naturali con packaging riciclabili; MAC ha optato per l’iniziativa Back To Mac, con cui invita le clienti a restituire i vecchi contenitori dei trucchi per avere in cambio un rossetto gratuito.

Per le ultime due aziende citate si tratta di piccole iniziative che sicuramente avranno bisogno di ulteriori spinte, ma che comunque sono testimoni di un cambiamento importante che sta interessando numerosi settori.

La lotta alla contraffazione nel settore cosmetico

Altro punto importante e indispensabile per il successo di un’azienda cosmetica sta nell’arginare il fenomeno della contraffazione. Da studi recenti i dati sono preoccupanti: risulta infatti che, a causa della contraffazione, il mancato fatturato del settore cosmetico ammonta a 9,6 miliardi in tutta l’Unione Europea e ben 935 milioni solo in Italia.

Si tratta, lo ripetiamo, di dati preoccupanti non solo per l’economia, ma anche per le conseguenze che i prodotti contraffatti possono avere sulla salute e la sicurezza delle persone. Alla vendita diretta di articoli non a norma si aggiunge poi la vendita su internet: le piattaforme di distribuzione online, infatti, possono essere esse stesse vittime inconsapevoli di queste truffe.

È pertanto necessario avviare una collaborazione con i titolari dei brand e controllare strenuamente i rivenditori. Insomma, la contraffazione non è un reato privo di vittime, anzi tutt’altro. Un prodotto contraffatto può causare danni economici e di immagine ai brand, influisce sulla salute dei consumatori e privano i governi di contributi fiscali di non poco conto.

La nuova frontiera del digitale

Arriviamo all’ultimo punto della nostra analisi del settore cosmetico italiano e internazionale, la digitalizzazione. Si tratta di un trend anticipato da tempo, che sta pian piano cambiando l’idea di normalità delle aziende cosmetiche e che, in seguito all’emergenza sanitaria degli ultimi mesi, ha registrato un aumento esponenziale.

Sebbene gli store rappresentino ancora il principale canale di distribuzione, le vendite online stanno decollando e i siti stanno diventando sempre più efficienti. Per di più l’e-commerce rappresenta un’ottima opportunità di disintermediazione e permette ai produttori di sperimentare nuovi metodi di vendita: come abbiamo già detto, le vendite nei negozi fisici trainano il settore, ma quelle online sono più dinamiche e aperte ai continui cambiamenti del mercato.

Va da sé che l’online e l’offline devono costantemente collaborare tra loro per dare la possibilità alle aziende (non solo cosmetiche) di lavorare e svilupparsi puntando sull’omnicanalità, che anche in questo settore gioca un ruolo importante.