Alitalia, fra Roma e Bruxelles “un dialogo fra sordi”: la Commissione Europea chiede condizioni molto dure per autorizzare gli aiuti di stato, Roma, invece, di non essere penalizzata. Sullo sfondo il piano di emergenza che prevede di affittare gli aerei di Alitalia alla Newco, che si chiamerà Ita.

Se c’è un motivo per trattare male Alitalia rispetto ad altri vettori, lo vedremo”, sono state queste le parole del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha commentato le ultime prese di posizione della Commissione Europea riguardo il dossier della nuova Alitalia. “Per noi, l’Alitalia è una cosa di famiglia”, ha incalzato il premier: “Certo, una famiglia un po’ costosa”, ha ironizzato. Il tentativo che sta costruendo il governo guidato dall’ex governatore della BCE Draghi appare infatti essere l’estremo sforzo di salvare la compagnia di bandiera. Per ora, tuttavia, le cose non stanno andando bene.

La Commissione Europea per autorizzare gli aiuti di stato, che porterebbero una newco sotto il controllo del Mef, ha imposto condizioni pesanti : una “netta discontinuità economica” che si sostanzierebbe nella scomparsa di nome, livrea e simbolo; la perdita di moltissimi slot a Milano Linate, aeroporto che rimane strategico per la compagnia di bandiera nella tratta su Milano, nonché l’esubero ed esternalizzazione di servizi di terra aeroportuali e manutenzione; da  ultimo, il programma di fidelizzazione – ovvero Millemiglia – dovrebbe essere “discontinuato”, cioè non trasferito automaticamente dalla vecchia alla nuova società. Sostanzialmente Ita dovrebbe solo far volare gli aerei.

Ita nascerà se avrà la possibilità di operare in modo proficuo

Secondo il governo, questa sarebbe una penalizzazione sul piano della concorrenza, perché la nuova compagnia, per rimettersi in carreggiata, dovrebbe investire molto in comunicazione così da far conoscere il nuovo nome e il marchio. Il quadro è attualmente in stallo e, secondo le notizie apparse, quello fra Roma e Bruxelles è attualmente “un dialogo fra sordi”.

Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha dichiarato: “Ita nascerà se avrà la possibilità di operare in modo proficuo, se darà soddisfazione agli interessi del Paese, altrimenti, lo ribadisco, secondo me dovremo immaginare qualche altra situazione, innanzitutto di emergenza. Con i commissari straordinari è in corso una riflessione su piani alternativi se l’attuale trattativa con il Mef andasse male”.

Il governo vuole una nuova compagnia che voli a totali condizioni di mercato, ovvero senza aiuti di stato continui che la renderebbero una sussidiaria. Il problema cruciale è che Alitalia è, per così dire, già decotta, ovvero arriva a questo nuovo tentativo di salvataggio in amministrazione straordinaria. “Se fosse stata in bonis”, ha detto Giorgetti, “avrebbe potuto ricevere miliardi di ristori”.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha aggiunto: “È vero che c’è un tema di regole, ma queste si stanno applicando nel pieno di una pandemia, col mercato del volo fermo e tutte le compagnie a terra. Gestire questa partita, senza tenerne conto è un errore”.

Si paventa, in caso di emergenza, un piano b: l’affitto degli asset di Alitalia, che ora sono nelle disponibilità del MIT, ad Ita, se non altro per far ripartire la tanto anelata stagione turistica.