Grazie al Pnrr l’Italia incasserà la macroscopica cifra di 221,1 miliardi di euro. Ma per riceverla davvero dovrà raggiungere una lunga serie di obiettivi. E per farlo occorrono migliaia di professionisti, al momento ancora tutti da assumere.
Il vero nodo per l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, rischia di essere la mancanza di personale. Per realizzare il piano secondo gli obiettivi prestabiliti servirebbero 13-15mila professionisti tra project manager, programme manager e responsabili della gestione amministrativa e contabile. I calcoli sono della società di consulenza della Pa, Intellera, che afferma come l’investimento da mettere in campo è pari a 13-14 miliardi, circa il 7% delle risorse totali dello stesso Pnrr e Fondo Nuove Competenze.
Per gestire il Pnrr servono specialisti
Figure per realizzare il Pnrr che andranno prima o poi reperite, e per cui chi è interessato a candidarsi dovrà tenere d’occhio i vari siti su cui presumibilmente saranno pubblicati i bandi di concorso. In particolare il portale InPa, il sito dell’amministrazione coinvolta e la stessa Gazzetta ufficiale. I neoassunti, stando a quanto annunciato nella Manovra 2023, dovrebbero essere 10454, tutti da distribuire negli uffici pubblici. Una quota straordinaria di nuovo organico che si va a aggiungere alle 156400 nuove assunzioni previste per il turnover ordinario. La ricerca di personale per il Pnrr dovrebbe interessare soprattutto l’Agenzia delle Entrate, per cui dovrebbe essere in arrivo un concorso per 3900 nuovi funzionari.
Tutti i bandi per il Pnrr
Per attuare il Pnrr sarà coinvolto anche il ministero degli Affari esteri, a cui serviranno 3150 unità da distribuire in ambasciate, uffici consolari e istituti italiani di cultura, più 100 assistenti e 420 funzionari per la Farnesina. E poi il ministero della Giustizia, che aprirà le porte a 800 nuove unità di personale non dirigenziale da assumere per via diretta e 100 funzionari giuridico-pedagogici e mediatori culturali. L’idea sarebbe anche quella di conferire poteri speciali temporanei ai manager pubblici incaricati di occuparsi dell’attuazione del Pnrr, in modo da distaccarli in via eccezionale dalla loro attività ordinaria.
I ritardi accumulati
Senza le nuove risorse da mettere all’opera i traguardi del Pnrr rischiano di non vedere la luce. Per tamponare i ritardi accumulati c’è stata nelle ultime settimane una corsa contro il tempo considerando come i soli obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre fossero in totale 55. Che sono stati tutti centrati, come comunicato in un nota sul sito del Governo, grazie al lavoro della cabina di regia presieduta dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. In ballo c’è la terza rata da 19 miliardi, la cui richiesta a Bruxelles è arrivata lo scorso 3 gennaio. I ritardi si sono registrati su tutti i fronti: dagli asili nido alle scuole per l’infanzia, dalle torri per il 5G e fibra fino ai decreti attuativi per la concorrenza e le gare per il trasporto pubblico, e infine la questione dell’autoproduzione per ridurre la dipendenza dal gas.
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