Il nuovo Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza firmato da Mario Draghi, punta su misure legate al mondo dell’istruzione e della formazione. I fondi saranno quindi ripartiti tra Università, ricerca e occupazione. La riduzione del mismatch fra domanda e offerta di lavoro è la priorità, ma il premier ha annunciato anche ulteriori misure  economiche, come le agevolazioni per i giovani sui mutui delle prime case 

Con il prossimo decreto emanato dal Governo sarà affrontato un tema spinoso, quello dell’accesso dei giovani alla prima casa. A dichiararlo, è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi. Secondo alcune analisi, solo il 7% degli under 35, infatti, riesce ad accendere un mutuo, visto che spesso si vive di contratti precari e non si riesce né ad esborsare i sostanziosi anticipi né a fornire le garanzie richieste.

Le misure in questo senso mirano a consentire alle banche di coprire il 100% degli importi per i giovani che vogliono acquistare la prima casa. Ma questa misura, ad oggi, non è contenuta fra quelle finanziate dal PNRR, ovvero lo strumento attuativo del Recovery Fund e messo a disposizione dall’Unione Europea in favore degli Stati Membri, per uscire dal contesto pandemico. Gli aiuti ai mutui per i ragazzi, insomma, sono rimandati ad un altro intervento legislativo.

Cosa prevede il PNRR per i giovani

Non che nella normativa predisposta dal governo di Mario Draghi manchino progetti per gli under-35, anzi. Si è detta soddisfatta la presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani che, in un intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Da un’analisi da noi condotta le risorse a supporto dei giovani [nella precedente versione del PNRR] erano il 2%. Oggi invece siamo saliti al 9”.

I principali interventi del PNRR su questo fronte insistono sulle missioni e sui capitoli che si occupano di formazione; d’altronde secondo Eurostat, l’Italia è prima in Europa per giovani NEET che, come è ormai tristemente noto, è l’acronimo di Not in Education, Employement or Training. In sostanza, il nostro Paese ha una media del 30% circa di persone, soprattutto di giovane età, che né cerca un impiego e non frequentano una scuola, né svolgono un corso di formazione o di aggiornamento professionale. La media europea è esattamente della metà, ovvero il 17% circa.

Le azioni per i giovani sono allora concentrate nella missione 4, quella dedicata alla formazione: saranno disponibili presto nuove borse di studio, dottorati di ricerca e opportunità per i neo ricercatori, rinnovo degli apprendistati, investimento sugli ITS, ovvero i sistemi di formazione tecnica terziaria, nonché facilitazioni per l’accesso all’Università con misure anche sugli alloggi studenteschi.

Si tratta di strumenti che cercano di costruire un ponte fra il mondo scolastico e quello del lavoro, per ridurre una delle piaghe italiane, di cui molto abbiamo raccontato anche su Dealogando, che è il cosiddetto mismatch, ovvero il divario fra competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle offerte dal sistema della formazione e istruzione professionale.

Il tema della sostenibilità

Un ulteriore capitolo del PNRR, di interesse per le nuove generazioni, potrà essere quello sulla sostenibilità, che mira a favorire nei prossimi anni centinaia di migliaia di posti di lavoro nel green e nelle professioni legate all’ecologia. La missione “digitalizzazione” si occuperà, invece, di dare una curvatura più digitale, più innovativa, più “connessa” al nostro sistema scolastico.

L’intero piano è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni”, ha detto Mario Draghi nelle repliche alla Camera dei Deputati: “Dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato – e ancora – Il piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, stanziando quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi e cinquecento milioni per le borse di studio. Inoltre, prevede l’ampliamento dei dottorati attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo”.