L’esercito russo ha invaso l’Ucraina, ma sono diversi gli oligarchi che hanno espresso il proprio dissenso. Alcuni, tra questi, sono ritenuti gli uomini più ricchi della Russia. Ma chi si è opposto pubblicamente alla guerra?
Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, il dissenso nei confronti della guerra è stato fortissimo ed è arrivato anche da parte degli insospettabili. Gli oligarchi russi, che avrebbero dovuto sostenere Vladimir Putin senza battere ciglio, si sono invece opposti all’invasione dell’Ucraina. Certo, non tutti, ma una grande fetta di magnati russi ha espresso il proprio dissenso, chi per un motivo e chi per un altro. Tra questi spiccano nomi che hanno avuto un forte impatto anche a livello internazionale, come dimostra il caso di Roman Abramovič. Ma per capire perché queste figure così potenti a livello economico si siano divise in due schieramenti bisogna fare un piccolo passo indietro e tornare al 24 febbraio 2022, il giorno in cui Vladimir Putin ha autorizzato i suoi soldati a compiere un’operazione militare speciale in Ucraina.
Stati Uniti ed Europa hanno espresso sin da subito solidarietà nei confronti del popolo ucraino e le sanzioni economiche mosse verso la Russia ne sono la dimostrazione. Sanzioni che hanno avuto un forte impatto anche sugli oligarchi, che hanno visto i propri beni congelati dall’intervento della Guardia di Finanza. Ville, appartamenti di lusso, yacht, jet privati: gli oligarchi russi hanno perso parte dei propri privilegi ed è questo, forse, il motivo che li ha spinti a prendere una posizione contraria all’invasione.
Mikhail Fridman, tra i più ricchi della Russia, è contro la guerra
Tra gli oligarchi russi che si sono opposti all’invasione dell’Ucraina vi è Mikhail Fridman, il primo ad aver spiegato di volere la pace e non la guerra. Il suo patrimonio, secondo una stima di Forbes, si aggira intorno ai 12,5 miliardi di dollari. Mikhail Fridman è nato a Leopoli, in Ucraina, e ad oggi è il proprietario di Alf Bank, la più grande banca privata della Russia. Avrebbe voluto diventare un fisico, ma non ha potuto frequentare le università più prestigiose poiché ebreo. Per questo ha ripiegato sugli studi di ingegneria, sostenendosi con il bagarinaggio e come lavavetri. Ma quelle scelte passate oggi hanno dato i loro frutti, poiché Mikhail Fridman è conosciuto in tutto il mondo come il co-fondatore di una società d’investimenti internazionale, LetterOne, ed è tra le teste che hanno dato vita ad un conglomerato multinazionale che risponde al nome di Alfa Group.
Considerato uno degli uomini più ricchi della Russia, Mikhail Fridman a causa delle sanzioni imposte dall’Unione europea si è visto privare della propria libertà. In una e-mail indirizzata allo staff di LetterOne, poi diventata pubblica, l’imprenditore russo ha spiegato di non essere a favore della guerra, ma di non avere neppure una grande influenza politica:
Non faccio dichiarazioni politiche, sono un uomo d’affari con responsabilità nei confronti delle mie migliaia di dipendenti in Russia e Ucraina. Sono convinto però che la guerra non potrà mai essere la risposta. Questa crisi costerà vite e danneggerà due nazioni che sono state sorelle per centinaia di anni.
Chi sono gli oligarchi russi contro la guerra
Ma Mikhail Fridman è soltanto il primo di tanti oligarchi russi che hanno espresso il proprio dissenso. Anche il suo socio in affari, Alexey Kuzmichev, ha spiegato a Forbes Russia di essere dello stesso parere di Fridman. Al tempo stesso, però, non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni, soprattutto di natura politica. Un altro miliardario che non approva quanto sta accadendo tra Russia e Ucraina è Evgeny Lebedev e l’ha fatto sapere pubblicamente, indirizzando un appello a Vladimir Putin attraverso la prima pagina dell’Evening Standard di Londra, giornale di cui è il proprietario:
Presidente Putin, per favore, fermi questa guerra. Come cittadino russo ti imploro di impedire ai russi di uccidere i loro fratelli e sorelle ucraini. Come cittadino britannico ti chiedo di salvare l’Europa dalla guerra.
Ad oggi l’uomo più ricco della Russia ha un nome e quel nome è Alexei Mordashov. Imprenditore miliardario, presidente e principale azionista del gruppo siderurgico Severstal, Mordashov è stato duramente penalizzato dalle sanzioni dell’Unione europea. Il magnate russo si è detto contro lo spargimento di sangue in Ucraina, perché “sono popoli fraterni” e bisogna mettere fine al conflitto. Per i fratelli Dmitry e Igor Bukhman, la violenza “non è una soluzione al problema”. Entrambi sono a capo della Playrix, un’azienda russa che produce videogame free-to-play e ha oltre 4.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo. I due fratelli imprenditori hanno spiegato via Facebook che non avrebbero mai immaginato tutto questo, definendola “una grande tragedia per tutti”. Anche il fondatore della Tinkoff Bank, Oleg Tinkov, si è schierato contro la guerra; così come Igor Rybakov, co-proprietario di due importanti società russe (Technonikol e Prytek), che ha espresso il suo malcontento via YouTube.
Il caso Roman Abramovič e Oleg Deripaska
Oleg Deripaska è considerato uno degli oligarchi più vicini a Vladimir Putin, uno dei più fidati. Eppure, a pochi giorni dallo scoppio del conflitto armato in Ucraina, l’imprenditore russo ha immediatamente dichiarato di non volere la guerra. Conosciuto come il fondatore di Basic Element, uno dei più importanti gruppi industriali su territorio russo, Deripaska ha costruito tutta la sua fortuna sulle materie prime russe. Pur essendo molto vicino a Putin, ha chiesto di mettere fine allo scontro armato attraverso un post Telegram, sostenendo l’importanza dei negoziati.
Altra storia invece per Roman Abramovič, conosciuto a livello mondiale come imprenditore russo e proprietario del Chelsea Football Club dal 2003. Società calcistica che ha poi messo in vendita a pochi giorni dallo scoppio dello scontro armato tra Russia e Ucraina. L’oligarca invisibile è stato scelto come mediatore nel conflitto russo-ucraino. Roman Abramovič ha sostenuto sin dall’inizio di essere “un uomo di pace”, motivo per cui ha preso parte alle delegazioni. Secondo la giornalista britannica Carole Cadwalladr, la figlia di Abramovič avrebbe pubblicato sui social un post contro la guerra in Ucraina.
Gli oligarchi russi che non si sono espressi
Se è vero che tanti magnati russi hanno sottolineato il proprio malcontento, schierandosi apertamente contro la guerra – senza mai scagliarsi direttamente contro il presidente russo – è anche vero che tanti altri oligarchi hanno tenuto la bocca chiusa. Certo è che nessuno conosce realmente cosa si cela dietro le parole degli imprenditori miliardari russi: se siano realmente sinceri o se il loro unico interesse riguardi principalmente i propri averi. In ogni caso, sono tanti gli oligarchi che hanno preferito non esprimersi riguardo lo scontro con l’Ucraina come ad esempio Alisher Usmanov, Yuri Kovalchuk e Gennady Timchenko, nomi piuttosto vicini a Vladimir Putin.
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