La pandemia ha reso più ricchi i miliardari – americani e asiatici specialmente – e ha fatto impennare i ricavi di aziende connesse alle vaccinazioni e al settore Biotech. Ecco tutti i numeri, fra mascherine, camici e provette 

Si può diventare miliardari durante una pandemia? Pare proprio di sì, soprattutto se si vive oltre Atlantico. Partiamo dai super ricchi che, nei lunghi mesi della pandemia, lo sono diventati ancora di più.

L’organizzazione non profit Oxfam ha, infatti, stimato che a gennaio 2021 “la ricchezza combinata dei 10 uomini più ricchi del mondo è cresciuta di circa 540 miliardi di dollari”. Si tratta di una cifra “sufficiente a evitare che il mondo cada in povertà per causa del virus e a pagare vaccini per tutti”, spiega la BBC.

Fra i “Paperoni” nomi ben noti come il fondatore di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Tesla Elon Musk e il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg.  Uno dei motivi principali di questo incremento nella ricchezza è stata sicuramente la possibilità di giocare in borsa durante la pandemia.

I super incassi delle aziende farmaceutiche 

Ci sono però anche coloro che sono diventati ricchissimi a seguito della pandemia. Ad esempio, i titolari delle aziende vaccinali: Uğur Şahin, tedesco, è l’amministratore delegato di BioNTech, l’azienda che ha fondato – come ormai è noto – insieme alla moglie. Sahin ha stretto una partnership con Pfizer per produrre il primo vaccino antiCovid, autorizzato dalla Food and Drug Administration l’11 dicembre 2020. Secondo Fortune, il suo impero oggi ha raggiunto 4 miliardi di dollari.

In aumento anche il patrimonio del francese Stéphane Bancel, amministratore di Moderna, l’azienda con sede a Cambridge, Massachusetts, che produce l’omonimo vaccino a cui la FDA ha dato il via libera lo scorso dicembre. Salgono anche i guadagni di Timothy Springer, immunologo, professore di biologia chimica ad Harvard e uno dei fondatori di Moderna, di cui nel 2010 aveva una quota del 3,5%. Oggi la sua ricchezza è stimata 2 miliardi di dollari.

Sempre tra i produttori di vaccini ritroviamo i nomi di Zhu Tao, Qiu Dongxu, Yu Xuefeng e Mao Huihua, cofondatori di CanSino Biologics, azienda che fornisce il governo cinese.

Tra vaccini e mascherine

Così come aumentano i patrimoni personali, aumenta anche il fatturato delle grandi aziende che forniscono dispositivi medici e protezione individuale, come le mascherine: a Hong Kong, l’azienda della famiglia Jianquanha ha un fatturato pari a 7 miliardi di dollari, ricavi guadagnati tramite la produzione e la vendita di maschere, camici e altri dispositivi di protezione, come pure Liu Fangyi della Intco Medical, che produce anche gel per la sanificazione e oggi fattura oltre 4 miliardi di dollari.

Non mancano i titolari di aziende che conducono trial clinici, effettuano tamponi e test diagnostici come Ulrike Baro, in Germania che vale 1,5 miliardi di dollari, poco più di Rao Wei in Cina. Quasi 2 miliardi di dollari per Sergio Stevanato dell’omonimo Stevanato Group che fornisce provette e vetri per i vaccini da Covid-19 e parti di plastica per i test diagnostici. Mentre la famiglia Lopez, che riempie e impacchetta le dosi del vaccino, ha raggiunto 1,8 miliardi di dollari.

Gli aiuti governativi per fronteggiare la pandemia

Indipendentemente da questi ricavi record, non bisogna dimenticare gli importi fondazionali per la produzione dei vaccini antiCovid, arrivati soprattutto dal governo. Siamo in America e il 15 maggio 2020 è stata lanciata da Donald Trump l’operazione Warp Speed, la partnership pubblico – privato che ha portato alla distribuzione di ingenti fondi alle multinazionali del biotech per la produzione dei vettori antivirali: un miliardo di dollari alla Johnson & Johnson / Janssen; 1,2 miliardi ad AstraZeneca; 1,6 miliardi di dollari a Novavax; 2,1 miliardi di dollari per Sanofi / GSK.

Questi sono solo alcuni degli importi garantiti dal governo a stelle e strisce ai produttori. Si tratta in massima parte di finanziamenti a fondo perduto, senza i quali queste grandi aziende non avrebbero potuto assumersi il rischio di condurre in parallelo le fasi di sperimentazioni del vaccino, che di solito vengono effettuate in serie proprio per poter valutare con ponderazione i rischi economici.