Il MES e le difficoltà dell’Italia a trovare la bussola. Cos’è? A cosa serve?
Cos’è il MES ed a cosa serve?
Il MES è un organismo europeo che interviene per dare sostegno economico ad un paese dell’Eurozona, in caso di profonda crisi finanziaria. L’appellativo “fondo salva-stati” è calzante. Quando scoppiò la crisi finanziaria nel 2008, l’Unione Europea si rese conto di non avere un fondo per aiutare gli stati in difficoltà. Nel 2012 nacque il Meccanismo Europeo di Stabilità. Il fondo monetario ha l’obiettivo di mantenere la stabilità finanziaria. È gestito da un consiglio dei Governatori, ovvero i Ministri delle finanze dei vari paesi dell’Eurozona, da un Consiglio di Amministrazione e da un direttore generale, nonché dal commissario UE agli affari economico-monetari e dal presidente della BCE nel ruolo di osservatori.
Chi mette i soldi?
Semplice: gli stessi paesi europei, che puntano alla stabilità del sistema. Il maggior contributo viene dalla Germania, con il 27,1%, mentre l’Italia è al terzo posto con il 17,7%, pari a 14,3 miliardi di Capitale versato, alle spalle della Francia, che ha contribuito per il 20,4%.
Come funziona il MES?
Nel mese di aprile gli Stati Europei hanno deciso di poter utilizzare una parte dei fondi del MES per le spese sanitarie. Ogni paese può accedere al massimo ad una cifra corrispondente al 2% del proprio PIL (duemila miliardi), quindi sono utilizzabili circa 40 miliardi di euro. Questi fondi saranno dati all’Italia, se li vorrà, con un tasso d’interesse negativo. Il nostro paese potrà dare indietro, dunque, meno di quanto ha ottenuto, ma solamente se riesce a farlo entro 7 anni. Nel caso in cui non ci riuscisse, entro 10 anni può restituirli con un tasso d’interesse dello 0,08%. È esattamente come un prestito in banca, ma non esiste una banca che darebbe un mutuo così conveniente.
Dove si possono spendere questi soldi?
I fondi potranno essere spesi solamente per spese sanitarie, dirette o indirette. Costruire nuovi ospedali o assumere medici, certamente, ma anche altri cantieri correlati, come l’edilizia scolastica. A differenza del passato, questa volta non ci sono condizioni. Non sarà necessario quindi promettere riforme per accedere al MES. In passato le condizioni erano un must dei prestiti: li vuoi? Fai la riforma del lavoro o rispetta questi parametri.
Perché ne parliamo ora?
Il Covid-19 e la conseguente crisi economico-sanitaria ha obbligato molti Stati Membri a spendere denaro per mettere in sicurezza i propri cittadini. A differenza di come appare ad un occhio inesperto e superficiale, la spesa sarebbe enorme. Ristabilire un equilibrio riguardo la sanità pubblica, dare di nuovo la dignità a coloro che hanno perso il lavoro o mettere in sicurezza le scuole sono solamente alcuni esempi di ciò che si dovrebbe fare. Ma occorrono diverse risorse.
Esistono condizioni legate alla sostenibilità del debito?
La risposta è sì: ma l’analisi è già stata effettuata, e ha promosso l’Italia.
Perché alcune forze politiche continuano a dire ‘no’ al MES?
I prestiti, tra il 2010 ed il 2012, a Portogallo, Grecia, Irlanda e Spagna, presi come esempio negativo da più parti, non sono più calzanti. In quei casi ci furono delle “verifiche esterne” dei programmi di risanamento da parte delle autorità europee. Ma è una condizione che il nuovo MES non ha.
Il grande salvadanaio europeo
In casa c’è un enorme salvadanaio, nel quale ogni membro della famiglia inserisce un po’ degli spiccioli rimanenti al rientro la sera. La scelta di creare questo fondo comune è stata presa perché, qualche anno prima, la famiglia ha avuto delle difficoltà economiche e non c’erano soldi da parte per le spese extra. Tornando ad oggi: di tanto in tanto qualcuno leva il tappo del salvadanaio e inserisce la mano per prendere delle monete. Sa bene che poi dovrà rimettere dentro i soldi, ma gli servono. Entro qualche giorno però dovrà restituirli, perché quei soldi servono per le emergenze di tutti. L’intera famiglia si arrabbierebbe se sapesse che qualcuno li ha presi per pagarsi una cena fuori e non cose di vitale importanza. “Li puoi prendere, ma per cose importanti come le medicine”. Nel più breve tempo possibile vanno restituiti. Precisamente nel giro di una settimana. Se non ce la fai, hai altri tre giorni per infilare di nuovo nel salvadanaio quello che hai preso, ma aggiungendo un altro po’ di spicci. Ora la famiglia sta di nuovo in difficoltà economica, ma la scelta di rompere completamente il salvadanaio deve essere presa in maniera democratica. Ora rileggi l’ultimo paragrafo mettendo al posto di ‘salvadanaio’ il MES ed al posto di ‘famiglia’ l’Unione Europea.