La pandemia provocata dal diffondersi del Covid-19, il conseguente lockdown a cui hanno dovuto ricorrere i vari Paesi come le diverse misure restrittive per arginare i contagi hanno avuto effetti negativi sull’economia a livello mondiale. Moltissime realtà, che siano grandi aziende o piccole e medie imprese, stanno infatti vivendo una forte crisi e tante sono state messe in ginocchio dalle difficoltà risultati dal consistente calo della produzione e del fatturato. Per questo motivo governi nazionali e istituzioni sovranazionali – quali ad esempio l’Unione europea con il noto e discusso Recovery Fund – hanno pensato a degli strumenti per aiutare l’economia a riprendersi dopo il forte shock dovuto al Coronavirus e alla grave emergenza sanitaria.

In Italia, in particolare, a correre in soccorso delle diverse realtà che compongono il tessuto economico, delle imprese di medie dimensioni o delle realtà più piccole, è stato creato il Fondo Patrimonio PMI, istituito dal Decreto Rilancio – il dl n.34/2020 – e previsto nell’articolo 26 di questo maxi provvedimento contenente misure a sostegno di lavoratori, famiglie e imprese post-Covid. Si tratta di un fondo che ha appunto l’obiettivo di sostenere il rilancio dell’economia nazionale; attivo fino al 31 dicembre 2020, il Fondo Patrimonio PMI consente alle imprese di accedere a finanziamenti con condizioni vantaggiose per i propri investimenti, tendendo loro una mano per uscire dalla crisi. Promosso dal ministero dell’Economia e con una dotazione finanziaria complessiva di 4 miliardi di euro, il fondo prevede l’acquisto di obbligazioni o titoli di debito da parte di Invitalia, che rappresenta il soggetto gestore, emesse da società di capitali e cooperative che hanno effettuato un aumento di capitale pari a 250.000 euro dopo il 19 maggio 2020.

Fondo Patrimonio PMI: come ottenerlo

Per ottenere il finanziamento previsto dal Fondo Patrimonio PMI è prevista una procedura molto snella, con la verifica dell’ammissibilità che avviene in tempi rapidi e con nessuna valutazione del merito creditizio.  A poterne fare richiesta le società per azioni, società in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata (anche semplificata), società cooperative, società europee e società cooperative europee aventi sede legale in Italia in possesso di determinati requisiti descritti nel dettaglio sul sito di Invitalia. Questi gli step per chi ne fa richiesta:

  • approvazione della delibera di aumento del capitale sociale a pagamento
  • approvazione della delibera di emissioni di obbligazioni o altri titoli di debito (il valore nominale del singolo titolo o obbligazione non deve essere a 10.000 euro)
  • presentazione della domanda a Invitalia
  • versamento dell’aumento di capitale sociale

L’impresa dovrà restituire il prestito entro 6 anni beneficiando di tassi annuali particolarmente agevolati (1,75% per il primo anno, 2% per il secondo e terzo anno e 2,50% per i restanti tre anni).

Anche Enel e Facebook a sostegno di startup e PMI

Anche realtà come Enel e Facebook si sono messe a disposizione per favorire il rilancio dell’economia. Lo scorso luglio, infatti, il colosso energetico italiano ha lanciato, attraverso la piattaforma di crowdsourcing Open Innovability, Reshape, una call globale che ha l’obiettivo di dare nuovi stimoli al business in un mondo post-Covid: il Gruppo ha finora analizzato migliaia di proposte e attivato centinaia di progetti, molti dei quali già implementati a livello globale. Si tratta di un’iniziativa rivolta soprattutto alle startup, di cui Enel è sempre più spesso cliente, ma anche alle pmi.

Proprio in questi ultimi giorni, poi, Facebook ha annunciato un programma di sovvenzioni di 2 milioni di euro rivolto a piccole e medie imprese che abbiano la loro sede a Roma o a Milano, oltre che nelle aree limitrofe le due metropoli. Tramite questo programma la grande società di Zuckerberg intende fornire contributi economici e crediti pubblicitari a quelle imprese che versano in condizioni di difficoltà dopo il Coronavirus. Le realtà che intendono beneficiare di questi aiuti non devono far altro che presentare – se in possesso di determinati requisiti – la propria domanda sulla pagina Facebook dedicata alle pmi. Lo strumento è stato messo a disposizione a seguito di un’indagine, condotta sempre da Facebook insieme alla Banca Mondiale, che ha coinvolto proprietari e dipendenti delle PMI e che ha fotografato una realtà in cui il 66% di queste imprese italiane ha subito un calo delle proprie vendite, trovandosi così costretta a tagliare un numero consistente dei dipendenti. Facebook, in sostanza, ha intenzione di aiutare questi soggetti economici a produrre fatturato tramite strategie di marketing e vendite online; si tratta della seconda fase del programma #piccolegrandiimprese, che è stato lanciato lo scorso luglio al fine di incentivare sia la ripresa che la trasformazione digitale delle imprese italiane.