La legge di Bilancio approvata a fine anno manterrà in piedi il Bonus cultura per i 18enni, che aveva in un primo momento rischiato di saltare. Per quest’anno resterà tutto invariato, mentre dal 2024 la misura cambierà con l’introduzione di un tetto Isee pari a 35mila euro. Le carte saranno due, e una avrà come destinatari i diplomati con votazione pari a 100 centesimi
Il Bonus cultura non sparirà. Stando agli annunci iniziali sarebbe dovuta saltare: il Bonus cultura destinato ai diciottenni invece resterà, complici le polemiche sollevate dall’opposizione. A stabilirlo la legge di Bilancio approvata lo scorso 29 dicembre. Cambierà tuttavia pelle e comporterà una riduzione della platea dei beneficiari. Invece di una carta ne saranno introdotte due, entrambe del valore di 500 euro: la Carta Cultura Giovani, destinata alle famiglie con un Isee inferiore ai 35mila euro, e la Carta Merito, assegnata agli studenti che superano la maturità con un punteggio di 100 su 100. La novità è poi che le due carte saranno cumulabili.
Uno studente che si è diplomato con il massimo dei voti e appartiene a un nucleo familiare con un Isee sotto il tetto massimo potrà percepire quindi tutti i mille euro. Inoltre, stando a quanto preannunciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “saranno rafforzati i meccanismi antitruffa”, con multe per chi non applica correttamente la misura fino a 50 volte la cifra utilizzata in modo improprio.
La misura fu introdotta da Renzi
Il Bonus cultura era stato introdotto sotto il governo di Matteo Renzi nel 2015, all’indomani degli attentati di Parigi e dei fatti del Bataclan. Lo scopo, si disse allora, era quello di investire in cultura per rafforzare – si legge ancora sul blog del leader di Italia Viva – “nei valori che la follia terroristica prende di mira”. Destinatari, allora come oggi, i neodiciottenni. La transizione da un sistema all’altro sarà però graduale. Per i nati fino al 2003, per i quali la richiesta del bonus è scaduta a agosto scorso, la misura resterà come è oggi fino al prossimo 28 febbraio 2023, data entro la quale potranno spendere l’intera somma riconosciuta. E anche i nati nel 2004 potranno potranno continuare a richiedere l’ormai ex Bonus cultura dal 31 gennaio 2023 fino alla fine di ottobre, senza limiti Isee. Per accedere al beneficio si farà come sempre, attraverso la 18App in cui inserire la propria richiesta di acquisto presso gli esercenti registrati.
I cambiamenti del Bonus cultura in vigore dal 2024
Il nuovo regime entrerà in vigore solo a partire dal 2024, quindi per i nati nel 2005. Non si conosce ancora con precisione quali saranno i settori in cui gli importi saranno spendibili. A definirlo sarà un tavolo preannunciato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per i primi di ottobre. Finora tra le attività ammesse per spendere il Bonus erano ricomprese cinema, musica, musei, corsi di lingua straniera, che restano quindi da riconfermare. Ed è proprio tra le associazioni di settore che corre il malcontento, preoccupate per la riduzione della platea dei beneficiari. “Non solo la soglia Isee esclude una parte rilevante dei ragazzi, ma le complicatissime procedure necessarie ad accedere al provvedimento scoraggeranno anche tutti gli altri» ha detto al Sole 24ore Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie).
Le polemiche dall’opposizione
E neppure dal fronte delle opposizioni si placano le polemiche. Renzi ha parlato di uno scandalo: “230 milioni di euro che erano per i giovani con 18App vengono azzerati e nello stesso bilancio mettono 890 milioni di euro per i presidenti della Serie A”, in riferimento alla contestata norma salva-calcio. Dario Franceschini, ex ministro della Cultura in quota Pd, ha dichiarato che “il governo smonta irresponsabilmente una misura che ha funzionato”. Di fatto i fondi scenderanno, e passeranno dai 230 milioni di oggi ai 190 previsti.
Leggi anche >> Politiche attive per il lavoro, ecco come sta andando il nuovo programma Gol