La diffusione su larga scala della mobilità elettrica quali conseguenze ha su un Paese? Per rispondere a questa domanda il New York Times è andato in Norvegia, che presenta la maggior percentuale di auto elettriche al mondo: l’adozione di questo tipo di veicoli qui ha portato a risultati positivi, e molti timori sono stati smentiti
In Norvegia, uno dei Paesi più all’avanguardia in termini di rinnovabili ed elettrificazione, le auto tradizionali a combustione non raggiungono il 10 per cento di quelle vendute, e a partire dal 2025 non potranno più essere commercializzate. Nel Paese scandinavo la nuova normalità è l’elettrico: oggi circa l’80 per cento dei veicoli a quattro ruote venduti è a propulsione elettrica; nel 2019 erano circa la metà, mentre due anni più tardi superavano i 60 punti percentuali. Le auto elettriche già in circolazione, invece, rappresentano il 20 per cento del totale: è un numero impressionante, soprattutto se si considera che in Italia le auto elettriche sono solamente lo 0,4 per cento di quelle presenti su strada.
La diffusione delle auto elettriche
La Norvegia ha iniziato molto presto a puntare sull’elettrico: mentre gli altri Paesi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti continuavano a immettere sulle strade auto a combustione tradizionale, la Norvegia ha introdotto numerosi sgravi fiscali e incentivi per promuovere le vetture elettriche, come il parcheggio gratuito e l’accesso gratuito sulle strade dove sono presenti pedaggi, che nel lungo periodo hanno favorito la diffusione di questo tipo di veicoli. Il Paese ha scelto di rischiare in favore dell’ambiente, dato che il piano è costato allo Stato un mancato introito di quasi 1,7 miliardi di euro. Il risultato di queste misure, però, si ritrova oggi nella diminuzione delle immatricolazioni delle auto a benzina e diesel, che nel 2022 sono calate rispettivamente del 16 e del 23 per cento rispetto all’anno precedente: ne sono state registrare solo il 6 per cento del totale
Nel resto dell’Occidente, questo tipo di attenzioni verso l’elettrico sta incrementando solo negli ultimi anni: in Europa e negli Usa le auto a combustione non potranno più essere vendute a partire dal 2035, mentre gli Stati Uniti puntano ad avere almeno la metà di veicoli elettrici tra i nuovi venduti entro il 2030. La partita si giocherà anche e soprattutto in termini di prezzi: la Norvegia è l’unico Paese al mondo dove i veicoli elettrici costano mediamente il 15 per cento in meno di quelli a gasolio o a benzina; in Italia, invece, hanno un prezzo di acquisto mediamente superiore del 40 per cento.
I pro e i contro delle auto elettriche
In Norvegia, racconta il New York Times, i benefici per l’ambiente sono stati molti, in particolari nei centri urbani – l’aria delle città è molto più pulita. Ad Oslo, ad esempio, le emissioni di gas serra si sono ridotte di circa un terzo rispetto al 2009, insieme ai livelli di ossidi di azoto. Ci sono stati effetti positivi anche sull’inquinamento acustico, che è diminuito notevolmente dato che i motori elettrici sono per loro natura silenziosi.
I proprietari di auto elettriche, però, dicono che resta difficile trovare punti di ricarica: il territorio norvegese è molto vasto, mentre i centri urbani sono pochi – nel Paese ci sono 18 mila punti di ricarica, dei quali 5600 ad alta potenza. Per rispondere alla richiesta di colonnine , molti distributori di carburanti tradizionali ne hanno messe a disposizione nelle loro stazioni; resta il fatto che è necessario rendere più accessibili, veloci e affidabili le tecniche e le infrastrutture di ricarica, ma è solo questione di tempo – scrive il New York Times.
Si temeva, inoltre, che l’adozione delle auto a propulsione elettrica avrebbe aumentato la disoccupazione tra i meccanici e i benzinai, ma questo di fatto non è avvenuto, perché il governo centrale ha incentivato i corsi di formazione e di aggiornamento nei confronti dell’elettrico per questo tipo di professioni. Al contrario, il mercato dei motori elettrici ha creato nuovi posti di lavoro: è quel che è avvenuto ad esempio a Fredrikstad, una cittadina a sud di Oslo, dove un’ex acciaieria è stata riconvertita in un centro di riciclaggio e smaltimento delle batterie.
Stanno invece avendo difficoltà i concessionari di auto, perché i marchi che tradizionalmente vendevano auto a combustione stanno perdendo quote di mercato; questo in favore di alcune aziende specializzate, come Tesla, che nel 2022 ha raggiunto una quota del 12,2 per cento del mercato automobilistico norvegese, diventando così il primo brand di auto del Paese per il secondo anno consecutivo, davanti a Volkswagen e BMW.
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