Per frenare l’emissione di gas serra, le istituzioni del vecchio continente mettono rigidi paletti all’industria dell’automotive, che si vede costretta a modificare la sua produzione, eliminando le auto a carburante a vantaggio di quelle elettriche. Le case automobilistiche rivedono le loro strategie, ma con tempistiche differenti
Le automobili a carburante sono destinate a scomparire. Al loro posto, in un futuro sempre più prossimo, useremo le auto elettriche. E non manca molto, visto che l’Europa ha già fissato una data per lo stop alla vendita di veicoli a motore benzina o diesel.
Stiamo parlando del 2030, quando i cittadini non potranno più acquistare nuove auto a carburante, mentre fino al 2035 ci sarà la possibilità di comprare auto ibride, cioè elettriche e a motore. Resta in piedi, invece, la possibilità della compravendita di auto usate, anche dopo il 2030.
Quello delle istituzioni europee è un obiettivo di importanza globale: ridurre le emissioni di gas a effetto serra, per far diventare la comunità europea climaticamente neutra, cioè ad impatto zero sul pianeta, entro il 2050.
Basti pensare che le auto a carburante – o i furgoni – sono responsabili rispettivamente di circa il 12% e il 2,5% delle emissioni totali dell’UE di anidride carbonica (CO2), il principale gas a effetto serra. E le misure messe in campo, oltre allo stop alla produzione di veicoli a combustione, prevede sia incentivi per l’adozione di veicoli a impatto zero o a basso impatto ambientale, sia sanzioni per bloccare chi continua a inquinare.
Cosa farà l’Italia in merito alle auto a carburante
L’Italia, come Paese membro dell’Ue, non può che fare la sua parte. Il ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, in un’intervista a La Repubblica, ha anticipato quel che potrebbe essere il cronoprogramma del nostro Paese:
Nel governo stiamo ancora ragionando. Ci sono Paesi, come quelli del nord Europa, che hanno fissato il limite al 2030. Altri al 2040. A luglio arriverà l’indicazione della Commissione Europea. Noi presto decideremo, ma direi che il 2040 è una data limite
E se i governi stanno fissando i paletti, l’industria dell’automotive non resta a guardare dalla finestra, riorganizzando la sua linea di produzione, per modificare gli stabilimenti produttivi, le catene di montaggio, la tecnologia necessaria all’adeguamento, per una serie di modifiche che avranno un impatto rivoluzionario sull’industria automobilistica, parzialmente paragonabile a quanto accaduto all’inizio del secolo scorso quando iniziò la produzione di massa dei veicoli.
Le case automobilistiche annunciano la dead line
Audi sarà la prima a dire addio alle auto a carburante già a partire dal 2026, aumentando gli investimenti e l’impegno nella motorizzazione elettrica, Volvo ha annunciato che nel 2030 interromperà la produzione tradizionale per quella elettrica, Volkswagen prende più tempo e punta al 2035, mentre Mercedes-Benz prevede una massiccia elettrificazione con molti modelli disponibili già nel prossimo anno, ma il piano sarà completo nel 2039.
Per BMW il piano di riduzione delle emissioni è solo del 50% entro il 2030; invece il gruppo Stellantis e Renaul-Nissan-Mitsubishi, di cui fanno parte marchi come FIAT, Opel, Citroen e Jeep, ha deciso di mantenere le auto diesel e benzina per un 65% del totale della produzione almeno fino al 2030. E ancora Toyota è già molto avanti nel piano di elettrificazione e punta a vendere 4,5 milioni di auto ibride e un milione di auto elettriche entro il 2030.
La scelta dei brand dell’automotive è difforme e varia da gruppo a gruppo, ma bisognerà vedere quali sanzioni metterà in atto l’Unione Europea per chi non rispetterà il regolamento o se invece sarà poi stabilita una proroga di comune accordo con gli stati membri.
Quel che è certo è che oltre ad un cambiamento radicale a livello industriale, con il relativo stop alla produzione di auto a carburante, si avrà anche un cambiamento geopolitico, spostando, e di molto, il peso che oggi hanno nello scacchiere economico mondiale, tutti quei Paesi produttori di petrolio.