Si prevede che in futuro l’aria condizionata sarà sempre più utilizzata, con sensibili conseguenze sull’ambiente, oltre che in termini sociali ed economici: la si può rendere maggiormente sostenibile? A fare la differenza saranno condizionatori più efficienti, l’energia solare ed edifici progettati meglio, ma molto dipenderà dai consumatori finali
A partire dalla seconda metà del Novecento la diffusione dell’aria condizionata ha portato grandi benefici alla popolazione mondiale, riducendo tra le altre cose il tasso di mortalità legato alle ondate di calore e favorendo lo sviluppo industriale in aree del Pianeta altrimenti troppo calde. L’aria condizionata è però anche una delle principali cause del riscaldamento globale, per la grande quantità di energia elettrica che consuma e per i gas refrigeranti impiegati nei condizionatori più datati, che contribuiscono all’effetto serra – per questo è urgente il passaggio a sistemi più efficienti e a ridotto consumo energetico.
I condizionatori attivi in tutto il mondo, tra quelli domestici e quelli industriali, sono circa 2 miliardi – gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina da soli coprono circa due terzi dell’intero mercato. In 20 anni la domanda annuale per questi macchinari è aumentata in media del 4 per cento, il doppio rispetto ai sistemi di illuminazione e di riscaldamento dell’acqua, e negli ultimi anni la loro richiesta è stata ulteriormente favorita dalla pandemia e dalla frequenza delle ondate di calore. Si stima che nei prossimi dieci anni la quantità di condizionatori installati potrebbe aumentare del 40 per cento: per questo nuove tecnologie e un uso più responsabile dell’aria condizionata sono ritenuti molto importanti per ridurre l’impatto ambientale. Nel 2020 i sistemi per l’aria condizionata hanno costituito il 16 per cento di tutto il consumo di energia elettrica degli edifici.
Soluzioni di sostenibilità
Si sta perciò lavorando allo sviluppo e alla diffusione di sistemi che consumino meno energia elettrica e abbiano comunque un’alta resa: da un lato le istituzioni hanno fissato requisiti minimi sull’efficienza dei condizionatori e degli impianti, e dall’altro le aziende stanno lavorando per sviluppare nuove soluzioni più sostenibili. I condizionatori di ultima generazione ad esempio sono effettivamente più efficienti e non sfruttano i gas che contribuiscono all’effetto serra, ma la differenza di prezzo rispetto ai modelli meno sostenibili resta un fattore determinante nell’acquisto: se i sistemi più avanzati diventassero in tempi brevi anche i più utilizzati, la richiesta di energia elettrica per raffreddare gli ambienti potrebbe dimezzare in breve tempo, riducendo il costo ambientale di questi macchinari e il loro impatto sulle bollette.
Resta il fatto che buona parte delle attività per tenere sotto controllo i consumi del raffreddamento degli edifici, e dunque l’impatto ambientale, passa dagli utenti finali. In genere si consiglia di non portare gli ambienti al di sotto dei 26 °C, mentre la temperatura interna non dovrebbe essere inferiore di più di 4-6 °C rispetto all’esterno. I condizionatori di ultima generazione offrono di solito diverse opzioni per ridurre i consumi e rimanere comunque in un ambiente fresco: riescono ad esempio, in maniera automatica, a mantenere la temperatura indicata, attivandosi solo per alcuni minuti e sfruttando un sistema di ricircolo dell’aria raffreddata per distribuirla uniformemente nei vari ambienti. Questo approccio segue un principio simile a quello dei comuni ventilatori – che consumano molta meno energia rispetto a un condizionatore – e consente di essere più efficienti, in termini ambientali ed economici.
Intervenire sugli edifici può fare la differenza
Le regole sempre più severe sull’uso dei gas che contribuiscono all’effetto serra sta spingendo il settore a sviluppare soluzioni alternative, attraverso l’uso di refrigeranti naturali e di sistemi di nuova generazione per lo scambio di calore. Migliorare l’efficienza dei condizionatori è fondamentale, ma resta il fatto che un sistema di raffreddamento continuerà a consumare quantità importanti di energia elettrica: per questo motivo stanno prendendo piede soluzioni che producono l’energia necessaria in prossimità degli stessi sistemi di condizionamento; la soluzione più esplorata passa dall’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici in cui sono applicati condizionatori, in modo che questi possano ricevere direttamente l’energia elettrica prodotta dal Sole.
Iniziative di questo tipo possono fare la differenza soprattutto per i Paesi emergenti, in modo da favorire da subito l’adozione di sistemi con un minore impatto ambientale, mitigando i problemi legati a un aumento del numero di condizionatori presenti. Nel mondo le famiglie che possedevano un condizionatore nel 2020 erano il 35 per cento, mentre si stima che nel 2050 saranno il 55 per cento: l’utilizzo dell’aria condizionata sarà sempre più diffuso, non soltanto per via dell’aumento delle temperature provocato dal cambiamento climatico, ma anche perché diventerà sempre più accessibile per numerose persone e famiglie. In questa prospettiva nel 2019 le Nazioni Unite hanno formalmente invitato i Paesi di tutto il mondo a fornirsi di piani per incentivare il ricorso a impianti di condizionamento che abbiano un basso impatto ambientale.