“Sono stanca di dare tutta me stessa, tutte le mie capacità ed energie mentali per un lavoro che non mi appassiona e non mi interessa. Per un posto dove, se domani morissi, dopodomani sarei già sostituita e dimenticata”
“Tra le 8 ore lavorative e le 2 abbondanti che perdo ogni giorno per andare e tornare dall’ufficio, la mia giornata non ha più spazio per altro che non sia la lavatrice, la spesa, cucinare e provare ogni tanto a ritagliare mezz’ora di pilates online. Ho solo 6 giorni di smart al mese, l’ufficio è un caotico open space senza privacy e molti colleghi non si fanno problemi a disturbare il lavoro degli altri. Ho visto molte persone chiudersi in bagno per fare telefonate o prendersi 5 minuti di pausa. Gli ultimi tre che ho fatto sono stati tutti lavori che si autodefinivano “sfidanti”, “demanding”, “difficilissimi”. Ne è valsa la pena? Quasi sempre, no. Sono stanca di dare tutta me stessa, tutte le mie capacità ed energie mentali per un lavoro che non mi appassiona e non mi interessa. Per un posto dove, se domani morissi, dopodomani sarei già sostituita e dimenticata. Sono in burnout da oltre 3 anni e il mio corpo risente delle ore al PC in modi che mi hanno spaventata e fatto temere gravi malattie. Sono brava nel mio lavoro. Quando mi sono dimessa sono stata persino rimpianta, ma non ce la faccio più. Vorrei scendere dalla giostra, ma la caduta potrebbe essere rovinosa. Non sono benestante di famiglia, non ho un paracadute, l’affitto e la vita sono cari. Ogni mattina mi sveglio e mi domando: è vivere, questo? Tirare avanti per 5 giorni aspettando un weekend che durerà un soffio e ti lascerà comunque stanca e insoddisfatta. Il part-time è il mio desiderio proibito, so che non me lo posso permettere. Dalla mia vita vorrei molto di più. Vorrei tempo per dedicarmi alle mie passioni e ai miei affetti, senza affanno”.
Questa storia non è nostra, ma di una delle nostre lettrici. Se anche tu vuoi raccontare la tua esperienza, scrivici a redazione@dealogando.com. Cercheremo di dare voce anche a te.