La streaming war continua imperterrita a segnare la storia dell’intrattenimento. Paramount+ è forse il cavallo di punta più sottovalutato che invece sta riscuotendo successo, ma più silenziosamente. YouTube invece ha dovuto adeguare il tono, aumentando a sua volta i costi dell’abbonamento mensile.
La Streaming War continua a minare la sicurezza delle grandi piattaforme, soprattutto perché la concorrenza aumenta di settimana in settimana. In una continua lotta alla visualizzazione, le piattaforme streaming stanno cercando di definire al meglio una strategia di battaglia per poterla spuntare in trincea. Ma esiste davvero un vincitore, in questo caso? Esisterà mai? C’è chi, come Paramount+, ha lanciato (relativamente) da poco il proprio servizio streaming facendosi largo in un mercato già fin troppo stretto. E, avanzando con i piedi di piombo, sembra avere le idee piuttosto chiare sugli obiettivi da raggiungere. Intanto, sul fronte streaming, anche YouTube soffre della concorrenza ed è infatti uno degli ultimi ad aumentare il proprio abbonamento.
Paramount+ s’intromette nella Streaming War
Paramount+ è una delle ultime piattaforme streaming che ha raggiunto il mercato con una proposta originale e che sta cercando di catturare l’attenzione. Disponibile anche in Italia dal 2022, la piattaforma ha una storia piuttosto importante alle spalle, poiché fa riferimento alla storica casa di produzione hollywoodiana il cui nome è già di per sé un biglietto da visita. Oggi alla guida del servizio streaming c’è Tom Ryan, CEO e presidente di Paramount Streaming che ha già un obiettivo in mente da raggiungere. Cosa desidera per il futuro? Vedere la sua piattaforma spiccare il volo e diventare uno dei principali contendenti nella corsa allo streaming. Un obiettivo non così lontano, se si considera che ad oggi, anche in Italia, la piattaforma può contare su alcuni titoli di interesse, dal film di Teen Wolf a Yellowjackets.
L’idea di lanciare una piattaforma come quella di Paramount+ non è stata inizialmente ben vista, non da tutti gli analisti. Come riporta FastCompany, in molti non ritenevano il servizio streaming degno degli avversari come Netflix, Disney ed HBO Max. Oggi, forse, hanno ritrattato le proprie considerazioni. Ecco cosa ne pensa il CEO:
Abbiamo lanciato in ritardo e penso che siamo stati seriamente sottovalutati da gran parte del mercato. Gli sfavoriti non danno per scontata la propria posizione: devono lavorare in modo più intelligente e alla fine impari a fare di più ma con meno. Paramount è un’importante società di media con un’enorme quantità di risorse di contenuto. Ma è ancora in competizione con aziende molto più grandi in questo spazio di streaming. L’obiettivo era quello di far crescere l’azienda per diventare vera protagonista dello streaming a pagamento su una scala ridotta. E ci stiamo arrivando. Oggi siamo una forza da non sottovalutare nel settore.
Il servizio streaming è attivo da circa due anni negli Stati Uniti e, come riporta FastCompany, finora ha collezionato 56 milioni di abbonati, di cui 9,9 milioni arrivati soltanto nell’ultimo trimestre. Un numero interessante, che tuttavia non raggiunge quelli della concorrenza. Eppure, secondo i dati raccolti da Parrot Analytics, l’azienda sta riscuotendo il suo iniziale successo.
Come funziona Pluto TV
Potrebbe sembrare una controtendenza, eppure Pluto TV è una piattaforma streaming pensata per essere utilizzata in via del tutto gratuita. Ed è stata acquisita da Paramount proprio nel 2019. Questo servizio detto fast (free ad-supported television), disponibile anche in Italia, basa le proprie entrate attraverso l’inserimento di pubblicità, esattamente come funziona ad oggi il piano più economico offerto da Netflix ai suoi utenti. Come funziona? La piattaforma permette agli utenti di usufruire dei suoi contenuti (film, serie tv, documentari) in via del tutto gratuita previa registrazione. Oltre ai contenuti on demand (quindi da guardare a proprio piacimento in qualunque momento), Pluto TV dispone anche di canali lineari, con un palinsesto ben preciso ed una programmazione individuale.
Come riporta FastCompany, nel 2022 Pluto TV ha superato il miliardo di dollari in entrata con circa 79 milioni di utenti attivi al mese. Un dato interessante, che ha condotto ad ampliare l’offerta sotto la guida di Paramount Global, che l’ha acquisita. Buffa curiosità? Tom Ryan è stato uno dei primi a lanciare Pluto TV nel 2014, e oggi che figura come CEO di Paramount+ ha riacquisito parte di quel potere.
Anche YouTube aumenta l’abbonamento
La Streaming War ha colpito anche YouTube TV, che pare essere l’ultimo ad essersi accorto dell’aumento dei costi, per cui ha adattato anche il proprio abbonamento seguendo l’esempio dei competitor. L’annuncio è arrivato tramite l’account Twitter dell’azienda, ma non sappiamo se al momento questa modifica di costo riguarda soltanto gli Stati Uniti. Pare, infatti, che il costo mensile passerà dal 64,99 dollari a 72,99 dollari. La giustificazione non cambia: “I costi dei contenuti sono aumentati e continuiamo ad investire nella qualità del servizio, quindi adegueremo il nostro costo mensile per offrire il miglior servizio televisivo possibile”, si legge via Twitter come riporta Collider. Il servizio di YouTube TV è stato lanciato nel 2017 e segue una sorta di programmazione simile a Pluto TV: prevede infatti sia una programmazione on demand che multicanale.
In più ha già subito una variazione del prezzo nel 2020, in piena pandemia, passato da 50 dollari a 64,99 dollari al mese. In ogni caso l’aumento dei costi per alcune piattaforme potrebbe rappresentare il passo più lungo della gamba. Non è detto che succeda, ma l’effetto indesiderato in questo caso riguarderebbe il calo degli abbonati, che preferiscono lasciare la piattaforma anziché pagare il surplus. In ogni caso gli ultimi anni hanno dimostrato che l’aumento degli abbonamenti è diventata ormai di uso comune per i servizi in streaming, il che forse diminuisce il divario tra le varie piattaforme. Ed è anche per questo che, probabilmente, non può esistere un vincitore nella streaming war. Se si è tutti allo stesso livello, si può ancora parlare di vincitori e vinti?
Leggi qui >>> Netflix, caos sulla condivisione delle password: facciamo chiarezza