È sfida per lo spazio tra i due multimiliardari Richard Branson, fondatore di Virgin, e Jeff Bezos, patron di Amazon. Con il suo volo di domenica 11 luglio, il primo ha bruciato sul tempo il secondo, portando in orbita la sua Virgin Galactic. Ma, competizioni fra ricchi a parte, la notizia è che si apre l’era del turismo spaziale, il nuovo business per privati
Per certi versi ricorda i tempi della Guerra Fredda, quando i rappresentanti dei due blocchi – Usa e Urss – hanno iniziato la corsa allo spazio per dimostrare al mondo intero la loro potenza e capacità di superare limiti fino a quel momento invalicabili: la sfida tra miliardari per la “conquista del turismo spaziale” è appena cominciata, anche se se ne parla già da diverse settimane. Il primo ad aver “toccato le stelle” è stato il britannico imprenditore fondatore di Virgin, Richard Branson, che a bordo della navicella spaziale Spaceflight Unity 22 è passato alla storia come il primo turista spaziale (anche se il miliardario americano Dennis Tito il 28 aprile 2001 era partito con una navetta russa Soyuz alla volta della Stazione Spaziale, a bordo della quale era rimasto per otto giorni). Decollata dalla base di Spaceport America (nel Nuovo Messico) domenica 11 luglio, la navicella ha effettuato il suo primo viaggio suborbitale per poco più di un’ora prima di tornare con successo sulla Terra.
Il volo galattico di Branson – effettuato con un equipaggio di due piloti, Dave Mackay e Michael Masucci, più tre dipendenti della Virgin Galactic – segna quindi il debutto di “una nuova era spaziale”, come l’ha definita lo stesso tycoon inglese. Il suo obiettivo è andare verso un futuro dove viaggiare nello spazio “deve diventare più accessibile a tutti”, e non restare la prerogativa di pochi – con grandi portafogli. Il prossimo “pronto al lancio” è infatti il patron di Amazon, nonché a oggi uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos: l’ex Ceo del colosso di e-commerce, bruciato sul tempo da Branson, ha però programmato il suo viaggio in una data particolare, il 20 luglio; quel giorno del 1969 vide i primi uomini camminare sul suolo lunare. Bezos viaggerà sulla New Shepard, la navetta costruita dalla sua azienda, la Blue Origin, insieme alla pioniera dell’aviazione 82enne Wally Funk (nel suo cv ci sono ben 19.600 ore di volo). Dopo di lui, poi, sarà il turno dell’altro imprenditore, il geniale e multimiliardario founder di Tesla Elon Musk, che nel 2002 ha costituito la sua SpaceX proprio con l’obiettivo di creare le tecnologie per ridurre i costi dell’accesso allo spazio.
La sfida per lo spazio che diventa un affare per privati
Il turismo spaziale è dunque diventato il nuovo obiettivo, decisamente futuristico, di chi – come questi imprenditori – ha delle risorse sufficienti per riuscire a far fare a persone comuni un viaggio fino a poco fa impensabile, se non per un astronauta. Ad oggi, però, questo obiettivo è ancora parzialmente lontano, visto che raggiungere lo spazio con una delle navicelle oggi disponibili ha comunque un costo altissimo e che si aggira fra i 250.000 e 500.000 dollari.
Nel futuro, però, oggi che aziende private sono entrate in questo business, potrebbe quindi essere possibile rendere i voli suborbitali molto più comuni ed economicamente accessibili. Ad oggi sarebbero 600 le prenotazioni effettuate per volare nello spazio e, una volta a regime, i lanci delle navicelle potrebbero raggiungere quota 400 l’anno. Fra queste prenotazioni anche quella di Elon Musk, il quale – secondo il Sunday Times – avrebbe acquistato un biglietto per viaggiare sulla Virgin Galactic. Branson, dal canto suo, ha detto che in futuro potrebbe viaggiare su un volo SpaceX.
Viaggio nello spazio: come funzionano le navicelle di Branson e Besos
Ok, è ancora costosissimo. Ma come si viaggia nello spazio? Come funzionano i voli suborbitali? Per quanto riguarda Virgin Galactic, si tratta di un’astronave che si aggancia sotto ad un aereo da trasporto, decolla da un classico aeroporto e, dopo aver raggiunto quota 15 km si stacca: a quel punto entra in funzione il motore per un’ascesa supersonica fino a superare gli 80 km di altitudine, punto in cui la navicella si arresta e i passeggeri possono galleggiare in assenza di gravità fino ad un massimo di 90 km. Per tornare indietro sulla Terra, poi, la navicella plana fino all’atterraggio. SpaceShipTwo può ospitare due piloti e fino a sei passeggeri. La cabina contiene 12 oblò e 16 telecamere.
La New Shepard di Bezos, invece, è un razzo riutilizzabile che decolla in modalità verticale e accelera a Mach 3, quindi ad una velocità tre volte superiore a quella del suono. Una volta raggiunti i 75 km di altitudine, la capsula si stacca per proseguire la sua traiettoria fino a oltre 100 km, ovvero la linea di Karman, la quale segna l’inizio dello spazio secondo la convenzione internazionale. I passeggeri a bordo possono staccarsi per galleggiare prima che la capsula inizi una caduta libera per tornare sulla Terra, rallentata da paracaduti e razzi posteriori. Durata del “soggiorno spaziale”? 11 minuti. Con un design modernissimo, la New Shepard dispone di sei sedili e sei finestrini molto grandi: il razzo ha già effettuato 15 voli test, ma finora mai con esseri umani a bordo. Come proseguirà la sfida per lo spazio?