Un’inedita tecnologia per curare chi soffre di degenerazione maculare, frutto dell’impegno di tre istituti italiani da anni impegnati nella ricerca avanzata per questa grave patologia della retina: tre brevetti e 6 milioni di euro di finanziamenti già stanziati per la startup Novavido

Da un’innovativa startup tutta italiana deriva la tecnologia che potrebbe cambiare il destino di molte persone affette da degenerazione maculare, la principale causa di cecità dopo i 50 anni. Nel nostro paese oltre un milione di persone soffre di questa grave patologia ed i numeri sono in aumento. Grazie alla ricerca tecnologica avanzata che ha messo insieme sforzi, cervelli e finanziamenti di tre realtà – l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’IRCSS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) e la società farmaceutica Alfasigma – nasce infatti la start-up Novavido, che si propone di sviluppare una nuova proposta terapeutica, potenzialmente rivoluzionaria: la retina artificiale liquida.

Il progetto, frutto di una ricerca decennale condotta dal Center for Nano Science and Technology di Milano e dal Center for Synaptic Neuroscience and Technology di Genova, entrambi appartenenti all’Istituto Italiano di Tecnologia, ha portato ad un primo investimento di 1,4 milioni di euro; dopo 24 mesi di sperimentazione promettente, gli investimenti sono cresciuti fino a raggiungere quota 4,5 milioni di euro. I prossimi step, comunque, vanno in una direzione ancora più ambiziosa: nei prossimi due anni, infatti, la retina artificiale liquida sarà sperimentata direttamente sull’uomo.

 

Come funziona la tecnologia della retina liquida

«La nascita di Novavido è un caso emblematico di come la ricerca persegua il fine di migliorare la qualità della vita delle persone, avvicinandosi agli obiettivi di sostenibilità sociale alla quale una società sempre più inclusiva deve puntare. Le tecnologie sviluppate nei nostri laboratori hanno raggiunto un grado di maturità che, unito alla competenza e al lavoro del nostro team per il trasferimento tecnologico, hanno consentito di attirare finanziamenti privati molto importanti» ha dichiarato Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’IIT. «L’Istituto dimostra così di realizzare in pieno la sua doppia missione: svolgere attività di ricerca di alto livello di rilevanza internazionale e trasferire i frutti dell’attività scientifica sul mercato, impattando concretamente sul tessuto sociale del nostro Paese favorendone lo sviluppo economico» conclude Metta.

Questa tecnologia rivoluzionaria consiste nell’iniezione nell’area retro-oculare di una sospensione di nanoparticelle polimeriche biocompatibili e fotoattive – ovvero reagenti alla luce – che sostituiscono i fotorecettori danneggiati, permettendo il ripristino della stimolazione dei neuroni retinici, responsabili dell’invio delle informazioni visive al cervello. Una tecnologia inedita che ha già ricevuto risultati preclinici di notevole interesse scientifico, i quali hanno ottenuto anche la pubblicazione sulla “Bibbia” del settore, la rivista scientifica internazionale Nature Nanotechnology. La peculiarità della retina artificiale liquida è che non ha bisogno di alcun supporto, come telecamere o fonti di alimentazioni, ma neanche dei semplici occhiali, poiché è somministrata localmente tramite iniezione, come se fosse un qualsiasi farmaco, il che fa risparmiare un notevole disagio al paziente.

 

Brevetti ed interesse diffuso nel progetto

«L’interesse suscitato e la caratura dei soggetti coinvolti rappresentano una forte spinta per trasformare Novavido in una realtà di successo. Questa iniziativa è un esempio di sinergia tutta italiana tra attori provenienti da diverse realtà che lavorano per uno scopo comune. È il risultato della collaborazione tra ricerca pubblica, ricerca industriale, sistema sanitario, esponenti del mondo imprenditoriale e finanziario e associazioni di pazienti. Ci auguriamo che la stretta collaborazione tra le molte parti in gioco porti in breve tempo a risultati concreti» commentano i founder della start-up Novavido Giovanni Manfredi, Guglielmo Lanzani e Fabio Benfenati.

Novavido ha già ottenuto un contratto di licenza per l’utilizzo dei 3 brevetti depositati durante le attività di ricerca dell’IIT e dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore, una volta che la tecnologia sarà validata nei primi test clinici e seguirà i pazienti dalle fasi preliminari alla riabilitazione finale. L’attività di ricerca sulla retina artificiale liquida, comunque, è tutt’altro che finita: insieme alla sperimentazione umana, infatti, proseguirà  il processo di ottimizzazione del trattamento terapeutico e la messa a punto di altre soluzioni per affrontare la varietà di malattie neurodegenerative legate alla visione.