Con un patrimonio stimato in 7,4 miliardi di dollari, il creatore di Fortnite è tra gli uomini più ricchi d’America grazie alla sua passione adolescenziale: i videogiochi. La scalata al successo è iniziata in un garage

Dall’anno del suo debutto nel mercato dei videogames, il 2017, Fortnite ha scalato i record di download su scala globale. In poco tempo è diventato lo “sparatutto” più giocato e popolare tra i giovanissimi, diventando un vero e proprio fenomeno pop. Dietro a Fortnite c’è la software house Epic Games, sul mercato dagli anni Novanta – esattamente dal 1991 – fondata da Tim Sweeney nel Maryland.

Figlio di un cartografo e di una casalinga, Tim è divenuto uno degli uomini più ricchi d’America e del mondo, con un patrimonio personale di oltre 7,4 miliardi di dollari secondo la classifica annuale di Forbes. Ed è stato proprio il successo raggiunto dalla sua creatura di maggior successo, Fortnite, a permettergli di sfidare per vie legali due colossi come Apple e Google perché applicavano un sistema di commissioni fino al 30% sulle vendite di Fortnite dal loro store digitale.

La forza del self made man

Tim Sweeney, founder di Epic Games

La storia di Tim Sweeney appartiene sicuramente alla tradizione, tutta americana, del self made man, cioè di colui che dal niente – grazie solamente alle sue capacità e all’intuito – costruisce un impero economico. Il suo primo incontro con il mondo che, anni dopo, sarebbe diventata la sua fortuna avviene intorno ai 9 anni: è la prima volta che approccia con un videogioco. Più tardi, sulla fine degli anni Settanta, ad essere folgorante è un viaggio a San Diego: lì suo fratello Steve, più grande di 15 anni, lavora in una startup e gli mostra per la prima volta un personal computer.

Mi ha mostrato come usare uno dei primi pc Ibm, come programmare in Basic. Fin dalla prima settimana in California ho passato moltissimo tempo con lui a programmare e a capire le cose”,  racconta lo stesso Sweeney sul proprio profilo Twitter, aggiungendo anche quanto i primi computer Apple abbiano avuto un peso considerevole nella sua formazione.

Raggiunta l’età per gli studi universitari, Sweeney opta per la facoltà d’ingegneria meccanica, anche se già al secondo anno sceglie la strada del gaming e della programmazione. È così che nasce il suo primo videogioco, ZZT.

“Studiavo praticamente tutto il giorno e poi programmavo tutta la notte, nei fine settimana tornavo a casa e avevo una piccola attività di shareware (un software che può essere provato gratuitamente, pur rimanendo vincolato al diritto d’autore, ndr), che stavo facendo crescere dopo aver rilasciato il gioco. Ricevevo un sacco di ordini per posta. All’epoca, le persone inviavano i loro assegni, poi copiavo i dischi sul computer e li spedivo”.

Quel che segue della sua vita è quel mix di intuito e talento geniale che ha segnato anche il percorso di Steve Jobs e Bill Gates. Sweeney, infatti, ad un anno dallo laurea, con appena 4 mila dollari di risparmi lascia gli stadi, torna dalla famiglia ed inizia in un garage l’avventura della Epic Games. Seguono anni di lavoretti per arrotondare, ma anche piccoli successi che iniziano a decollare alla fine degli anni Novanta: nel 1999 Sweeney, con la sua Epic Games, fa il salto e si trasferisce nella cittadina di Cary, dove l’azienda ha la sua sede principale ancora oggi.

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Il fenomeno pop di Fortnite

Il vero successo arriva nel 2006, con il lancio del videogioco Gears of War a cui seguono, nel corso degli anni, oltre sei titoli, per un totale di 22 milioni di vendite ed un miliardo di dollari di entrate. Ma questo è niente rispetto a ciò che sta per accadere con il fenomeno Fortnite: nel 2011 Sweeney annuncia un nuovo gioco, ma prima del lancio effettivo passano sei anni senza che la company rilasci alcuni anticipazione. Fortnite è del tutto gratuito, ma per arricchire l’esperienza di gioco si possono acquistare vari gadget, armi e costumi dei personaggi che possono costare da pochi dollari fino a 20 dollari ciascuno.

Un business rilevante, ma difficile da stimare dal punto di vista dei guadagni. Ci ha provato Business Insider, secondo il quale a tre anni dal lancio si sono registrati oltre 350 milioni di giocatori con un guadagno stimato di oltre 4 miliardi di dollari. L’espansione di Fortnite è continuata anche durante la pandemia, con partnership e accordi con settori in apparenza lontani, ma che hanno intuito le potenzialità del fenomeno.