L’insurtech è il secondo settore in Italia come volume d’affari, subito dopo il turismo, ma il nostro Paese, in Europa, rimane ancora una volta fanalino di coda per numero di investimenti nel settore assicurativo

Con un po’ di sorpresa, stiamo assistendo ad un vero e proprio boom di investimenti in nuove tecnologie per l’insurtech italiano: il nostro Paese si impegnerà ad investire nell’innovazione digitale in ambito assicurativo circa 100-120 milioni di euro per il 2021. Ma nonostante questa forte crescita – secondo l’Insurtech Investment Index Report – l’Italia rimane ancora una volta fanalino di coda dei Paesi europei: Francia, Germania e Gran Bretagna investiranno, invece, circa 2 miliardi di euro.

Che cos’è l’insurtech

La parola insurtech, formata da insurance + technology, identifica praticamente tutto ciò che è innovazione tecnologica in ambito assicurativo: software, applicazioni, startup, prodotti, servizi, modelli di business.

Come le banche, anche le assicurazioni sono state tra le industrie più lente nell’adattarsi alla digitalizzazione e nel cogliere le opportunità offerte dalla digital transformation. Infatti, se fino a 10 anni fa la digitalizzazione delle imprese veniva interpretata come la banale apertura di un sito web aziendale, oggi la tecnologia digitale ha un impatto ancora più profondo e incide direttamente sui modelli di business e la tipologia di servizi offerti: cultura aziendale, gestione dei dati, relazione con i clienti.

I vantaggi di investire nell’evoluzione digitale in ambito assicurativo

Le evoluzioni tecnologiche che gli altri Paesi europei – e non solo – stanno attuando, grazie soprattutto alla collaborazione con startup che forniscono servizi di digitalizzazione, sono diverse e, se sviluppate anche in Italia, aiuterebbero il nostro Paese a “svecchiare” il settore assicurativo, sviluppando un nuovo modello di business capace di renderci competitivi agli occhi dell’Europa. In che modo?

Sfruttando il sistema delle auto connesse, per permettere la revisione online delle polizze RC Auto e dell’intero comparto di settore mettendo in campo la smart healthcare, ovvero la connessione di dispositivi medicali e servizi assicurativi basati sulla disponibilità di dati (su base storica o in real time) facilitando la diffusione di mobile & smart devices, ovvero la possibilità di inviare foto e video in real time nella gestione dei sinistri e nella gestione di perizie e sopralluoghi.

Il settore dell’insurtech è il secondo in Italia per volume di affari e se il nostro Paese non riuscirà a colmare questo gap entro l’anno, perderà un’importante occasione di affermarsi in questo mercato in espansione, lasciando il posto ad investitori stranieri.

Cosa si potrebbe fare per implementare gli investimenti in questo settore

Secondo Simone Ranucci Brandimarte, presidente dell’Italian Insurtech Association, bisognerebbe costruire un rapporto più solido tra compagnie assicurative e startup innovative, che in Italia è ancora ad uno stato embrionale rispetto al resto d’Europa.

Nel nostro Paese, infatti, le aziende assicurative sono aperte alla collaborazione, ma preferiscono ancora sviluppare internamente la maggior parte delle soluzioni, ricorrendo solo in maniera marginale all’investimento in startup insurtech.

Ad aggravare lo svantaggio italiano rispetto agli altri Paesi sono inoltre le competenze digitali nel settore assicurativo: solo il 34% delle compagnie ritiene gli asset tecnologici interni adeguati per far fronte alle sfide del mercato.

Un’eccezione è rappresentata da Reale mutua che già ha aperto un dialogo con le startup: Andrea Birolo, head of corporate venture capital di Reale Group, in un’intervista al Sole 24 ore, ha dichiarato che: «L’investimento non è puramente finanziario, ma sta nel valore che nasce dall’unione delle attività con le startup».

La concorrenza si fa sempre più spietata, perché non solo in Europa, ma soprattutto in America, le insurtech spingono sull’offerta con servizi sempre più personalizzati e una migliore customer experience. E chissà se l’Italia riuscirà almeno ad eguagliare i livelli europei.