Si chiama ChatGPT, ed è la chatbot dello sviluppatore di Intelligenza artificiale OpenAi. Niente a che vedere con le altre assistenti vocali, perché le sue risposte sono simili a quelle di un interlocutore umano. È ancora in fase embrionale, come preannunciato dal suo sviluppatore. Ma le potenzialità sembrano enormi a giudicare dagli investimenti.
Di OpenAI, una delle realtà che operano nel mondo dell’intelligenza artificiale, non si fa che parlare dal primo di dicembre. Il motivo è che da quella data ha consentito al grande pubblico, cioè a chiunque, di testare ChatGPT, intelligenza vocale di cui è sviluppatore e che è in grado di dialogare con gli utenti. Non serve alcuna registrazione, basta collegarsi al sito e il gioco è fatto. Tanto è stato l’entusiasmo che in appena cinque giorni il servizio pare abbia registrato un milione di utenti, tanto da risultare inaccessibile per il troppo traffico. Un successo che può spiegarsi perché la sensazione, a utilizzarla, è che si stia parlando con un altro essere umano, data la complessità delle risposte che riesce a fornire. Molto più che un semplice assistente vocale come Siri, per intendersi. O rispetto ad altri tipi di intelligenza artificiale che sono presenti nella quotidianità, come quelli che suggeriscono di scrivere una mail.
Come funziona ChatGPT
Basta digitare una domanda o una richiesta di qualunque tipo nella stringa, e si avrà una risposta complessa e argomentata. E anche corretta dal punto di vista grammaticale. In più ChatGPT memorizza tutte le precedenti conversazioni. Gli esempi sono infiniti perché a ChatGPT si può chiedere di tutto, da come creare un video a fare previsioni di ogni genere. Tanto per citarne una, quali saranno i lavori del futuro: “ll futuro del lavoro è un argomento di grande interesse in tutto il mondo, poiché la tecnologia sta cambiando rapidamente il modo in cui viviamo e lavoriamo” risponde. “Alcuni lavori del futuro potrebbero essere legati alle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT), la realtà virtuale e aumentata, la robotica e la blockchain”.
ChatGPT in grado di elaborare miliardi di dati
Ci riesce perché ciò che la contraddistingue è la capacità di elaborare miliardi di dati che trova online, da libri a siti di qualunque tipo. Anche se i suoi limiti sono evidenti, come ha sottolineato in un tweet il suo fondatore Sam Altman: “ChatGPT è enormemente limitata” scrive, “ma brava a creare una buona impressione sulla sua validità”. Meglio quindi non farci troppo affidamento, “soprattutto per le cose importanti”. Per il momento, prosegue Altman, “è solo una previsione di progresso, c’è ancora molto lavoro da fare sulla sua robustezza e affidabilità”.
ChatGPT nata come una no profit
Le sue potenzialità sono tali però che al momento è valutata 20mila milioni di dollari e ha fatto sapere agli investitori che le stime di guadagno per l’anno che viene ammontano a 200 milioni di dollari. E pensare che nel 2015 era stata fondata come organizzazione senza fini di lucro, con lo scopo di agire “nel migliore interesse per la collettività”, come dichiara il manifesto sul loro sito. Di mezzo tra i primi finanziatori c’era perfino Elon Musk, che ha sempre dichiarato di considerare l’Intelligenza artificiale una minaccia per l’umanità. Gli investimenti sulla chatbot stanno però correndo, tradendo forse i suoi principi originari. Fa infatti sapere la testata Semafor che Microsoft arriverà a controllare il 49% azionario di OpenAi. Questo dopo che il colosso dell’informatica sarà rientrato dell’investimento da un miliardo di euro fatto in passato nella società. Fino ad allora avrà diritto a incassare il 75% dei suoi profitti.
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