I dogecoin sono una moneta digitale generata al computer senza limite massimo. Portati in auge dai progetti visionari di Elon Musk, che finanzierà in dogecoin il progetto Space X, nelle ultime settimane questa criptovaluta ha perso il suo valore, ma i grandi investitori la stanno già riportando ai suoi livelli standard

Come può una criptovaluta nata per scherzo diventare una delle monete più conosciute al mondo? La risposta la si può trovare nel nome di uno dei protagonisti del panorama economico mondiale: Elon Musk. Ma procediamo con ordine.

Come nasce il Dogecoin

Così come i bitcoin, anche i dogecoin (la minuscola si usa per indicare la valuta) sono una moneta digitale generata al computer, attraverso un procedimento noto come estrazione e che permette di effettuare scambi senza bisogno di un’autorità centrale. A differenza dei bitcoin, il cui numero è finito, nei dogecoin non c’è un limite massimo alla valuta che si può generare.

Dogecoin porta il nome di un celebre meme che spopolava in rete nel 2013: il cane disegnato sulla moneta è di razza Shiba e ha un’espressione stupita che si presta bene a frasi buffe. Il nome “doge” è solo un modo in cui, in slang americano, si pronuncia la parola “dog” (cane). Dogecoin

Questo sistema fu creato un po’ per scherzo da Jackson Palmer e Billy Markus, due programmatori informatici, nel dicembre 2013, circa cinque anni dopo la creazione dei bitcoin, quando cioè c’era già un relativo fermento nei confronti delle criptovalute.

All’inizio l’idea era quella di basarsi sul modello di altre due criptovalute: Luckycoin e Litecoin, ovvero creare una moneta che esistesse sostanzialmente solo per essere scambiata, con un valore stabilito dal mercato ma di fatto puramente astratta.

Con il passare del tempo, invece, complice anche un furto all’interno di un sito in cui era possibile scambiare monete virtuali, divenne molto famosa tanto da trasformarsi velocemente in una forma di pagamento a tutti gli effetti, arrivando nel 2014 ad una capitalizzazione di circa 100 milioni di dollari.

Il ruolo centrale di Elon Musk

Così come i bitcoin, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, i dogecoin hanno avuto una grande e rapida crescita, tutto questo dopo che, come ha scritto il Wall Street Journal, «per quasi un decennio quella dei dogecoin era rimasta una piccola comunità che photoshoppava la faccia di un cane su qualsiasi cosa».

Ma allora dove nasce tutto questo successo? Si fa sempre molta fatica a dire come e perché una criptovaluta guadagna o perde valore, ma per i dogecoin non ci sono dubbi: una parte del merito, in questo caso, è sicuramente di Elon Musk e dei suoi tweet molto influenti. Il primo arrivò a fine gennaio, ma poi ne sono seguiti altri: tutti scherzosi ma, allo stesso tempo, determinanti nell’influenzare le transazioni finanziare di molte persone. Tweet di Elon Musk

Pare che ci sia addirittura un investitore anonimo che abbia totalizzato un patrimonio di 36 miliardi di dogecoin (quasi il 30% di tutti i dogecoin in circolazione). Ma è stata una transazione in particolare ad essere finita nell’occhio del ciclone mediatico: 28,061971 dogecoin. La cifra è curiosamente molto simile alla data di nascita di Musk, 28/06/1971, e si è subito prestata alle più assurde congetture. Non si sa se dietro tutto questo ci sia lo zampino di Musk, ma questi aneddoti, discussi principalmente su Twitter, contribuiscono a rendere sempre più famosa questa criptovaluta, avvicinando tanti giovani al mondo degli investimenti.

La scalata verso il successo

Per Dogecoin la svolta è arrivata quando è uscita fuori la notizia che Space X, la società di Elon Musk porterà in orbita un satellite della Geometric Energy Corporation. E il pagamento avverrà proprio con la criptovaluta in questione.

A quanto pare l’avventura dell’uomo nello spazio è partita con la cagnetta Laika e Musk vuole farla proseguire sempre all’insegna dei cani: questa volta “ad andare nello spazio” sarà uno Shiba Inu, il cane giapponese che è diventato il simbolo del dogecoin, la moneta con cui sarà finanziato l’intero progetto.

I punti deboli

Ma la strada per i dogecoin non è tutta in discesa, perché lo stesso Musk, nelle scorse settimane, ha rappresentato “croce e delizia” per la criptovaluta. Infatti, mentre era ospite al Saturday Night Live, parlando non troppo seriamente della criptovaluta, il valore della moneta ha perso quasi il 30% del suo valore, solo perché è stata usata la parola “hustle”, che in inglese ha un significato ambiguo che può voler dire “confusione”, ma anche “truffa”.

Nonostante la galoppata del 2020, il dogecoin è circondato da un certo scetticismo e queste ultime dichiarazioni non hanno fatto altro che alimentarlo: da un lato la Cina ha chiuso le porte alle criptovalute, dall’altro si è parlato del fattore ambientale: l’elevato uso di combustili fossili nelle operazioni di mining e nelle transazioni delle criptovalute hanno portato anche alla decisione di Tesla di sospendere gli acquisti di automobili tramite Bitcoin.

A questo punto i grandi investitori hanno cominciato a liquidare le loro monete virtuali, spaventando gli investitori più piccoli e facendo abbassare il prezzo del dogecoin, che in due settimane è sceso anche di 20 mila euro, oscillando dal valore di 55.000 mila euro ad aprile, fino ai 30.000 mila degli scorsi giorni.

Dal 24 maggio, comunque, l’asset dei mercati si è ristabilito, riportando i dogecoin – e le criptovalute in generale – di nuovo a livelli stabili. Questo è soprattutto dipeso da alcuni grandi investitori – Elon Musk compreso – che, invece di vendere, hanno continuato a comprare, in modo da far rimanere il valore stabile, in attesa che passasse questa turbolenza.

Non è ancora arrivato il momento di dichiarare la morte delle criptovalute e, secondo alcuni esperti del mercato, questo momento non arriverà mai.