Gli NFT stanno conquistando anche il settore della moda. Queste unità digitali garantiscono l’autenticità di un determinato prodotto poiché sono composti da un codice criptato e la firma dell’artista. E, tra le prime case di moda che hanno ceduto al fascino dei Non-Fungible Token, figura anche Gucci con le NFT-sneaker vendute a 12,99 euro
Gli NFT sono il futuro e la moda, che non rinuncia al connubio tra tradizione e innovazione, si è avvicinata a questa nuova realtà. Quando parliamo di NFT intendiamo l’acronimo di Non-Fungible Token, un’unità digitale intesa come un vero e proprio certificato elettronico. Quest’ultimo garantisce l’autenticità digitale del prodotto acquistato. Un NFT, per essere valido, deve essere composto da un codice criptato e dalla firma dell’artista che l’ha realizzato. Soltanto così sarà possibile accertarne l’autenticità. Per capire perché questo fenomeno sta prendendo sempre più il sopravvento, bisogna fare un piccolo passo indietro e analizzare gli ultimi due anni segnati dalla pandemia.
Cosa sono gli NFT e perché il fashion system ne è così attratto
Sono anni che le criptovalute hanno fatto il proprio ingresso sul mercato e, con l’arrivo della pandemia, anche gli NFT hanno finalmente trovato terreno fertile. Questa realtà si è concretizzata soprattutto perché il 2020/2021 ha visto l’aumento delle vendite online. Il commercio si sta spostando sempre più verso gli e-commerce, le transazioni avvengono con frequenza in via digitale e l’utilizzo del POS si è diffuso (quasi) ovunque; basti pensare che in Cina ad oggi questa tipologia di pagamento copre l’85% degli acquisti. Di conseguenza, è stato facile avvicinarsi sempre più ad una realtà total digital come quella degli NFT.
Non Fungible Token, infatti, significa che quel documento in nostro possesso è unico nel suo genere, tracciabile e inalterabile. Il primo esempio più significativo di Non Fungible Token arriva dal settore dell’arte. Il caso più clamoroso riguarda infatti Mike Winkelmann: l’artista, in arte Beeple, ha messo all’asta un suo collage – un semplicissimo file in JPEG – divenuto ben presto iconico. Christie’s l’ha venduto per 69,3 milioni di dollari, battendo qualsiasi record raggiunto anche dalle opere fisiche. Non stupisce, quindi, l’interesse della moda nei confronti di una realtà digitale in ascesa. Un NFT è unico nel suo genere: ognuno rappresenta un singolo elemento associato, non modificabile, ed è proprio questa unicità a renderlo prezioso. A rafforzare le difese e la validità dell’NFT è un sistema di tracciamento blockchain.
Esempi di NFT: i video di Kate Moss
Quando si parla di NFT, non c’è limite all’immaginazione. Anche un disegno può essere NFT, motivo per cui è facile che la moda si adatti a questa nuova realtà digitale. Certo è che, essendo file digitali, è facilissimo poter replicare l’elemento in questione. Ma, come già detto, il fattore autenticità esiste ed è tutelato dalla firma dell’autore, che rende quindi l’artefatto sempre riconoscibile. Funzionando come un copyright, nel mondo dell’arte – così come della moda – utilizzare un NFT è sicuramente una protezione valida e un metodo sicuro, se non infallibile, per attestare la proprietà di un prodotto.
Complice la pandemia, il settore della moda ha iniziato a guardare sempre più al digitale e alle nuove – e ricche – opportunità di questo mondo: così, per ovviare ai limiti anti contagio imposti dal Covid-19, gli stilisti hanno organizzato sfilate digitali, trasmesse via streaming, avvicinandosi sempre più al cyber spazio. Anche Kate Moss, ad esempio, è approdata nell’universo degli NFT mettendo in vendita tre video originali. Questo significa che, nel momento in cui l’acquirente deciderà di rivendere quel video (originale e unico), gli sarà restituita soltanto il 90% della quota perché anche in questo caso il prodotto è tutelato dal diritto d’autore pari al 10%, che spetta a Kate Moss. Anche l’eredità di Karl Lagerfeld, iconico direttore creativo di Chanel, è stata destinata ad una blockchain per volontà del suo braccio destro Eric Pfrunder. In questo caso, è stata realizzata una figurina in NFT con le fattezze del celebre stilista.
Gli NFT secondo Gucci
La continua lotta alla contraffazione trova un valido supporto negli NFT, grazie alla tracciabilità. In questo modo diventa più semplice rintracciare l’originale e stroncare le copie. Ma com’è possibile applicare gli NFT nel fashion system? Facile: avete presente The Sims? Il videogioco inventato da EA Games incentrato sulla simulazione di vita quotidiana ha sempre permesso al giocatore di vestire il proprio Sim con abiti e accessori, a volte anche firmati. Diverse case di moda hanno collaborato con l’azienda di gaming, realizzando stuff pack e firmando capsule collection per i personaggi del gioco. Utilizzare gli NFT potrebbe essere molto simile. Attraverso questa tecnologia, le case d’alta moda si affidano alla blockchain per permettere all’acquirente di comprare e collezionare pezzi digitali unici nel loro genere.
È una modalità pensata per chi ha un debole per il collezionismo. Del resto, il connubio tra moda e tecnologia va avanti da anni e molte case di moda hanno già ceduto al fascino degli NFT, come Gucci. La maison gestita dal direttore creativo Alessandro Michele ha realizzato il primo esperimento: delle NFT-sneaker, vendute a soli 12,99 euro. Quando è esplosa la notizia, in molti hanno creduto che si trattasse di un falso o di una vera e propria truffa. E invece no: sono semplicemente delle sneaker da indossare virtualmente attraverso l’app Wanna Kicks. Quest’ultima utilizza la realtà aumentata e, attraverso un filtro in 3D, permette di indossare le scarpe e anche scattare qualche foto da diffondere rigorosamente sui social.
La scelta di Gucci è solo una piccola anticipazione sul futuro che ci attende e anche delle abitudini della Generazione Z. Non a caso, la maison aveva già realizzato in passato una collezione destinata all’abbigliamento virtuale di Pokemon Go, capi perfetti per i propri avatar. Gli NFT utilizzano un linguaggio che a primo impatto può sembrare incomprensibile, ma che in realtà strizza l’occhio al futuro, contribuendo a ridisegnare i contorni di una nuova realtà.
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