Negli scorsi giorni, Chora media (produzione podcast) ha acquistato la pagina Instagram Will. Nasce così un polo dell’informazione “nativa digitale”. Si tratta di un progetto che attraversa diverse piattaforme e che, pur basandosi su un numero di utenti vasto e crescente, dovrà superare sfide di mercato complesse

Vediamo la notizia, riportata nei giorni scorsi da diverse testate, in sintesi: Chora Media, società di produzione di podcast, ha completato l’acquisto di Will, pagina Instagram di informazione e approfondimento che vanta oltre un milione e trecentomila follower. Ad anticipare la notizia era stato il Sole 24 Ore, mentre l’annuncio era arrivato nei giorni scorsi da Mario Calabresi, amministratore delegato di Chora Media, giornalista già direttore di Repubblica e La Stampa.

 

I protagonisti dell’operazione

Con la presentazione dell’operazione, affidata a un comunicato congiunto curato dai due uffici stampa, non è mancato lo spazio per fornire un utile biglietto da visita delle due società (naturalmente autopromozionale): “L’audio è la grande novità di questi ultimi due anni – ha sottolineato infatti Mario Calabresi – e in pochi mesi in Italia l’ascolto dei podcast è completamente esploso: sono stati creati più podcast negli ultimi 12 mesi che in tutto il tempo precedente. Oggi abbiamo un interesse, sia da parte degli ascoltatori che delle aziende verso l’audio, che era inimmaginabile soltanto un anno fa. Stanno crescendo gli ascoltatori sia nell’intrattenimento che nell’informazione. Con Chora siamo stati capaci di intercettare questa richiesta di innovazione e cambiamento, e vogliamo continuare a crescere e a  sperimentare. Abbiamo scelto Will perché la riteniamo la realtà più dinamica, fresca e innovativa del mondo social”.

D’altro canto, la stessa Will, attraverso le parole di Alessandro Tommasi, non lesina ambizioni: “Siamo partiti due anni e mezzo fa con l’idea di aprire il mondo della divulgazione e dell’informazione alla rivoluzione digitale, per raggiungere il più ampio pubblico possibile, anche non abituali fruitori di notizie. (…) Il mondo media è messo alla prova dal digitale ma anche dalle abitudini dei più giovani, così diverse dalle generazioni precedenti, per questo il percorso di consolidamento nel mondo media è inevitabile e positivo per utenti ed operatori di settore”.

Per quanto riguarda l’assistenza degli studi legali, l’operazione è stata guidata da Chiomenti e Bonelli Erede, Studio Laghi e Corti Fumagalli Associati.

 

Un progetto editoriale “cross-platform”

Come si può immaginare, il target resta giovane, con un bacino di utenti generalmente già interessati a temi politico-sociali, rispetto ai quali diventa necessario conciliare istantaneità e approfondimento. In questo senso, la multimedialità di media molto diversi, quali social legati alle immagini e podcast molto lunghi, è cruciale. Per raggiungere gli obiettivi sono previste anche novità lato team, attualmente composto da 35 professionisti con un’età media attorno ai 27 anni, per lo più donne. Fonti interne fanno sapere che dal prossimo anno la squadra potrebbe addirittura raddoppiare: Mario Calabresi entrerà a far parte del Cda di Will Media, mentre Alessandro Tommasi parteciperà a quello di Chora, pur rimanendo alla guida della media company nata nel gennaio del 2020. Francesco Zaffarano invece, “scoperto” proprio da Calabresi otto anni fa dopo alcune esperienze internazionali, resterà editor in chief.

Tommasi prospetta un aumento di fatturato a fine anno, ma il contesto economico, pur poggiando su numeri di utenza indiscutibilmente elevati, resta complesso.

 

Un’operazione “all’americana” in un mercato complesso

Il quotidiano Domani riporta che l’operazione costerà oltre 5,2 milioni di euro cash, ma che in caso di exit dalla società (l’obiettivo principale di ogni start-up resta l’uscita con guadagno dei soci) verrà riconosciuta anche una partecipazione di capitale alle persone chiave di Will. L’acquisizione poggerà su un aumento di capitale interamente finanziato dai soci della BeContent srl (società del brand Chora e quindi da Calabresi) e dalla BeWater srl (Guido Maria Brera, Roberto Zanco, Mauro Martani, Mario Ferdinando Gianani e Saverio Costanzo).

L’obiettivo delle due società non è quello di arrivare a una fusione, bensì di diversificare servizi e mercato. Spiega l’analista dei media Valerio Bassan, questo significa anche offrire più servizi alle aziende che pagano branded content. E proprio qui sta il punto più complesso dell’operazione: “L’esperienza di Vice Media e Buzzfeed dimostrano che non è per nulla facile usare il branded content per finanziare anche il resto dei progetti editoriali nel lungo termine: in dieci anni nessuno dei due ci è riuscito. La marginalità delle agenzie creative per terzi non è molto elevata”.

Così come se pure è vero che i podcast sono in ascesa e che secondo l’ultimo Digital news report del Reuters Institute il 29% degli italiani ha ascoltato un podcast nell’ultimo mese, è anche vero che la traduzione di questi volumi di ascolto in fatturato non è affatto semplice. In questo senso limitarsi a citare i grandi numeri di utenza diventa anche un modo per celare le obiettive complessità del mercato.

 

Qualche numero in più

Va detto che nel 2021 il bilancio Is Media srl sosteneva costi di personale molto contenuti, pari ad appena 157mila euro. In questo senso Tommasi rassicura che “I soldi che arriveranno dall’acquisizione serviranno a espandersi e ad aumentare la complessità del prodotto”. Il bilancio della Be Content srl, invece, nel 2020 (anno della fondazione), registrava perdite per circa 218mila euro. Alla fine di quest’anno potrebbe arrivare al punto di pareggio. Calabresi stima un fatturato di circa 5 milioni di euro, ma dice anche che azzerare le perdite non è la priorità. Qualche mese fa Guido Maria Brera aveva dichiarato che Chora non guardava solo a Will, lasciando intendere che potessero esserci altre operazioni all’orizzonte. Al momento tuttavia è stato smentito che ci sia altro in pentola, e il risultato è aver ottenuto un nuovo polo della informazione nativa digitale, annullando la presenza di un concorrente diretto (in particolare nello specifico mercato dei podcast).

A fronte di una diffusa tendenza dei media digitali a ridurre drasticamente qualità del lavoro ed esperienza di fruizione per massimizzare le visualizzazioni, non resta che attendere per osservare la sostenibilità di questa ambiziosa operazione, che certo prova a tracciare una rotta diversa.

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